Canistro. La dirigente del servizio Risorse del territorio e attività estrattive della Regione Iris Flacco ha fissato per giovedì prossimo la seconda riunione della commissione di gara relativa al bando per la concessione della sorgente Sponga di Canistro. Gli esperti guidati dalla stessa Flacco, sono chiamati ad esaminare la documentazione rispetto al requisito dell’ammissibilità, successivamente, in un’altra seduta, verrà aperta la busta B per valutare la completezza documentale. Poi, sarà nominata la commissione di valutazione che dovrà aggiudicare l’ambita concessione.
Dopo la prima riunione del 3 gennaio scorso, è emerso che alla competizione partecipano quattro soggetti: il gruppo Norda acque minerali di Lecco dei fratelli Pessina titolari di marchi nazionali come la Sangemini e la Monticchio Gaudianello, tra l’altro editori dell’Unità, la Italiana Beverage, quest’ultima del gruppo Colella, società che controlla la Santa Croce spa che aveva la concessione prima del nuovo bando e che ha presentato ricorso al Tar contro il bando e che ha in corso da oltre un anno un pesante contenzioso con la braccio di ferro con la regione, l’associazione temporanea d’impresa (Ati) composta dalla Bruni industry srl e dalla Edilcomar, che secondo alcune voci avrebbe alle spalle un gruppo arabo, infine ci sono la Aqua srl dell’imprenditore avezzanese Mastrocesare. Su tutta la procedura pende il pronunciamento del Tar al quale si è rivolta la Santa Croce, proprietaria dello stabilimento di Canistro e del marchio conosciuto a livello nazionale, per la quale c’è una serie di illegittimità: i giudici amministrativi, dopo aver ordinato alla Regione di ricevere le proposte entro la scadenza del bando dello scorso 15 dicembre, ma di non esaminarle, nell’udienza del 21 dicembre scorso, alla luce della rinuncia alla sospensiva della società dell’imprenditore molisano Colella, hanno fissato l’udienza di merito il prossimo 8 febbraio. Giorno, secondo quanto stimato, le procedure per l’assegnazione saranno ancora in corso. La Santa Croce ha 75 dipendenti tutti in mobilità ed avviati al licenziamento, che nei mesi scorsi sono scesi in piazza presidiando a lungo ed occupando anche lo stabilimento.