Avezzano. Si riparte con una nuova avventura. Questa è l’occasione per augurare a tutti i lettori un anno pieno di speranze e di sogni da realizzare. Il 2016 che ci lasciamo alle spalle ci consegna una nuova opportunità, una nuova occasione. In questi mesi, davanti a questo schermo, abbiamo sorriso, ci siamo arrabbiati e qualche volta forse abbiamo anche pianto, ma non ci siamo fermati, né noi, né voi lettori. Siamo andati avanti cercando di raccontare ogni giorno, ogni ora, ogni istante quello che accadeva, con onestà intellettuale e con franchezza. Abbiamo cercato – e speriamo di esserci riusciti – di mettere sempre voi al primo posto, guidati da una stella polare che si chiama verità. E voi non ci avete mai traditi, avete continuato a seguirci anche quando siamo stati attaccati, quando hanno cercato di metterci in difficoltà, quando hanno provato a fermarci e quando eravamo tentati anche di mollare. Mai in passato, come in questo interminabile 2016, eravamo stati presi di mira in modo così scorretto e strumentale, spesso dalla politica e addirittura da qualche collega in cerca di rivalsa. Atteggiamenti che fortunatamente per noi si sono ritorti contro chi li aveva messi in atto. Ma anche questo ci è servito. Nei momenti di sconforto, a tutti i nostri dubbi la risposta più importante siete stati voi, con la vostra presenza costante che ci ha permesso di arrivare a 100mila click al giorno, tre milioni al mese. Numeri che sei anni fa, quando abbiamo cominciato questa avventura, potevamo solo sognare. Ma il sogno oggi si è avverato, grazie alla nostra grande “crew” formata da giovani con la voglia di fare, e poi da tanti lettori.
La terra ha tremato quest’anno, troppo spesso, e ha creato paura, ansia e tanta incertezza. Da quel 24 agosto nella Marsica è tornata sempre più forte l’incertezza. Le scuole sono rimaste chiuse per giorni e giorni e sono partiti sopralluoghi, controlli e verifiche. Le strutture più vecchie e insicure sono state chiuse, altre, invece, sono rimaste aperte con una scadenza. Le casse dei Comuni sono sempre più vuote e i sindaci bussano a tutte le porte per cercare fondi destinate a infrastrutture e opere pubbliche. Una paura diversa è stata quella dettata dall’aumento delle rapine, dei furti negli appartamenti, della criminalità.
E’ balzata alla cronaca nazionale la notizia della casa occupata in via Mattarella da una famiglia di etnia rom che, nonostante il tanto clamore, ha avuto la meglio su un padre e una madre con due figlie minorenni. Ma anche quella del rappresentante di oro bloccato e derubato da quattro banditi sull’ex super strada del Liri. I marsicani, quindi, hanno più paura e sono sempre più vecchi. I dati più significativi sono quelli dei tagliacozzani ritenuti i più anziani d’Abruzzo con un’età media di 46 anni, mentre gli avezzanesi sono divorziati e molti single. Per curarsi, però, non sempre possono fare affidamento sugli ospedali. Le file d’attesa nel 2016 si sono allungate sempre più. Servono 8 mesi per una visita ai nei e 4 per una tac. L’unità operativa di Neurochirurgia è chiusa dall’estate e nonostante gli appelli non si riesce a trovare una soluzione per riaprirla. Abbiamo seguito la vicenda passo passo, e continueremo a farlo, finché qualcuno non ci dirà la verità su questo caso.
Difficile continua a essere anche la vita dei diversamente abili. Una mamma, a causa delle barriere architettoniche, è stata costretta a rimanere in macchina fuori dalla scuola di suo figlio e ogni giorno decine di disabili non possono accedere alla stazione, a negozi e uffici pubblici a causa dell’assenza di rampe e ascensori. Mentre da una parte c’è un Comune come Balsorano premiato per aver riciclato più di tutti in Abruzzo, dall’altro si continuano a scoprire discariche sotto terra, nei capannoni e nelle aree industriali in disuso. Sì perché i nuclei industriali sono ormai sempre più spogli e nessuno si accorge di nulla.
Il 2016 sarà ricordato anche come l’anno delle vertenze. La telenovela della Santa Croce con il braccio di ferro tra l’azienda e la Regione per la concessione dell’acqua e i 73 dipendenti a casa, o la Vesuvius che nel giro di sei mesi ha visto lavoratori lottare per un posto e poi ricevere le lettere di licenziamento a due giorni da Natale. Poi c’è stato il passaggio dell’LFoundry alla Smic, azienda cinese di semiconduttori, che ha acquisito la ex Micron e ha presentato un piano industriale con 100 milioni di euro di investimento e della Fiam all’Hitashi. Ma anche il lancio record del razzo Ariane 5, che per la prima volta ha portato in orbita quattro satelliti del sistema di navigazione europeo Galileo controllati dalla Telespazio del Fucino.
Poco distante da lì, nel cuore del Fucino, sono state prodotte migliaia di patate Igp parte delle quali sono state poi fritte e servite in tutti i Mc Donald’s d’Italia tra cui quello da poco aperto in via Roma, dopo mille peripezie, che ha fatto registrare subito tutto esaurito. La terra, quella dove migliaia di contadini negli anni ha lavorato lasciando il segno indelebile, ha continuato a produrre i suoi frutti non solo sulle tavole degli italiani. Alla scoperta di questa terra si sono incamminati migliaia di curiosi che si sono avventurati lungo il cammino dei Briganti che ha fatto registrare numeri record. La storia di quella terra è stata raccontata migliaia di volte nella sezione cultura di MarsicaLive e sul libro Perle di Lago realizzato con tutti gli articoli pubblicati da Francesco Proia sulle radici della Marsica e dei marsicani.
Da questa terra siamo partiti anche noi per far emergere le sue eccellenze e portarla al centro dell’attenzione nazionale con il Festival della comunicazione “ControSenso”che quest’anno ha fatto registrare migliaia di presenze. Giornalisti, storici, esperti del settore e poi tanti cittadini sono arrivati ad Avezzano, Tagliacozzo e Sante Marie per ascoltare Emiliano Fittipaldi, Vladimir Luxuria e poi Primo Di Nicola, Barbara Schiavulli, Francesco Nicodemo, Diego Fusaro e molti altri fare il punto sui nuovi modi di comunicare oggi.
Su questa terra ha mosso i suoi primi passi anche l’orsetta Morena, simbolo di forza, che dopo quattro mesi è rimasta senza madre e nonostante le tante attenzioni del personale del parco non ce l’ha fatta. Lei non ha resistito, non ce l’ha fatta a vincere le difficoltà di questa vita, a lottare come molti suoi simili. Sulle sue tracce, però, sono arrivati 11 cuccioli di orso che si aggirano per le montagne del parco. Loro ora sono il simbolo della nostra speranza, la speranza di farcela nonostante tutto e di andare avanti.
Quello che rimarrà del 2016 sembra che siano soprattutto le paure. Quella per un terremoto che sembra non mollare mai la presa di questo martoriato centro-Italia, quella per la sicurezza dei nostri figli, che continuano a studiare in scuole costruite quasi cent’anni fa, mentre i fast-food spuntano in poche settimane. Quella di morire sul lavoro o di perderlo, nonostante si sia fatto di tutto per resistere strenuamente ad una crisi che, quantomeno, dovrebbe farci capire che la direzione imboccata non è quella giusta. La paura di veder sparire, come sabbia tra le dita, un tessuto industriale fiore all’occhiello della nazione intera. Ritrovarci nelle storie che da piccoli sentivamo raccontare dai nostri nonni sugli emigranti, in prima persona o comunque con qualche amico che (purtroppo) non vedremo più per un po’.
Eppure qualcosa ci lega ancora a questo spicchio di mondo e ci dà la forza di andare ancora avanti: la consapevolezza che come italiani abbiamo l’ingegno che ci aiuterà a farci uscire da questo periodo buio, come abruzzesi abbiamo la testardaggine che ci permetterà di portare avanti quelle idee e come Marsi/cafoni che abbiamo la fierezza di combattere un sistema che deve necessariamente cambiare rotta. Siamo i discendenti di quel popolo che per primo ha scritto su una moneta la parola “Italia” e che si è battuto per i diritti civili dei più deboli, il popolo che ha saputo rialzarsi da un terremoto come quello del 1915, dalla guerra del 1915-1918 e dalla crisi del 1929; ma anche il popolo che ha saputo adeguarsi al cambiamento abbracciando l’aratro dopo aver passato migliaia di anni a tirare le reti da pesca. E’ forse questo che può farci sperare in un 2017 migliore? Molto probabilmente sì. Solo investendo nel territorio, nella cultura e nel turismo, potremo sperare in un anno migliore di quello passato e gettare le radici per un futuro sempre meno buio. Per quello che riguarda il territorio dobbiamo solo imparare a valorizzare quello che la natura, gratuitamente, ci ha messo a disposizione. Ecco perché va benissimo investire nell’industria, ma è fondamentale iniziare a valorizzare l’agricoltura come merita. Torlonia, uno che di investimenti ne capiva fin troppo, scriveva “Le industrie commerciali e manifatturiere non devono precedere ma bensì seguire l’agricoltura. Tutto fiorisce in uno stato nel quale è in fiore l’agricoltura. Il campo è sicuro debitore non fallisce mai a restituire ciò che gli dai”.
Qualcuno ha detto che il giornalista è colui che distingue il vero dal falso… e poi pubblica il falso. Noi cerchiamo ogni giorno di fare il contrario e anche quest’anno continueremo a informarvi, a dire la verità su quello che accade nella nostra regione con AbruzzoLive, nella Marsica con MarsicaLive, nella Capitale e nel Lazio con LazioLive. A nome di tutta la squadra, sempre più numerosa, da parte del direttore editoriale Pietro Guida, colonna portante e punto di riferimento per tutto, del direttore responsabile Eleonora Berardinetti, che con impegno e passione non si è arresa di fronte alle difficoltà e ai problemi, da parte di Gianluca pronto sempre a mettersi in gioco e a risolvere le situazioni più complesse in pochi minuti, da parte della brava Federica che ogni giorno organizza AbruzzoLive, a Francesco che con la sua conoscenza rende culturalmente ricco il giornale, a Roberta che ci racconta minuziosamente il mondo degli eventi mondani, della cucina e dei sapori, a Daniele che dirige con la sua esperienza ConfineLive, ad Antonio che ha raggiunto quest’anno il traguardo dell’iscrizione all’albo dei giornalisti dopo mesi di lavoro e poi ancora da parte di Thomas sempre pronto a informarci sulle condizioni del meteo e tanti altri come Giulia, Diego, Raffaele e tutte le new entry tra cui Federico. Tutti noi, pur non perdendo mai di vista il lavoro che svolgiamo e le responsabilità che comporta, spesso ci sentiamo una famiglia più che una redazione. E ci sentiamo una famiglia anche con voi lettori.
Buon 2017.
La redazione
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