Avezzano. Le dimissioni di Galzio, l’ennesime, hanno scatenato come l’altra volta a luglio, una serie di reazioni riguardo alla riapertura del reparto di neurochirurgia di Avezzano. C’è chi improvvisamente frena su tale ipotesi e chi parla di un beffa con l’apertura di una specie di ambulatorio senza posti letto e senza interventi chirurgici. Non ci sono conferme ufficiali su tale ipotesi, ma il termine utilizzato, quello di “servizio” anziché quello di reparto, ha sollevato perplessità nel mondo politico marsicano. Sulla vicenda è intervenuto il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, che replica alle affermazioni del consigliere comunale Guido Liris, che aveva parlato di “attentato letale al presente e al futuro dell’Ospedale e dell’Università del capoluogo”.
“Illazioni prive di fondamento e di importanza”, ha affermato Cialente, in quanto Galzio si sarebbe dimesso sulla scorta delle dichiarazioni di Roberto Mastrostefano, che ha chiesto la chiusura del reparto aquilano. “Ho troppa fiducia nel professor Galzio per ritenere veritiere tali notizie”, ha concluso il primo cittadino. Anche il consigliere regionale aquilano del Partito democratico Pierpaolo Pietrucci ha diffuso una nota, rivelando di avere “sentito il professor Galzio invitandolo a ritirare le dimissioni”.
Per il consigliere regionale aquilano Pietrucci “il Piano sanitario è chiaro e non ammette deroghe o ripensamenti. La Neurochirurgia rimane all’Aquila e a Pescara, punto: senza se e senza ma”. Infine Chiara Mancinelli e Michele Malafoglia, del Circolo 99 di Fratelli d’Italia, hanno affermato che “le discipline ad alta specializzazione, come è appunto Neurochirurgia, devono essere collocate principalmente negli hub, quale è l’ospedale dell’Aquila”.
A chiarire la vicenda è stato il manager della Asl, Rinaldo Tordera, che ha parlato di “assetti chiari e nessuna guerra tra L’Aquila e la Marsica per avere un reparto di Neurochirurgia. L’ospedale di Avezzano, come previsto dal piano sanitario regionale, avrà un servizio di neurochirurgia”.
Sull’assetto di questo servizio, però, rimangono grossi dubbi perché nessuno si esprime in cosa consista. Per i più maligni si tratterebbe di una vera beffa, cioè di un ambulatorio. Per gli altri invece sarebbe chiaro che si parla di un reparto vero e proprio, che faccia capo al primario dell’Aquila.