Avezzano. “Sono tutti cittadini onorari: lavoratori, contadini e operai. Accanto a loro sento di ricevere il vostro affettuoso riconoscimento”. Con queste parole il giurista Natalino Irti ha ringraziato tutta l’amministrazione comunale per l’onorificenza ricevuta ieri nella sala consiliare del Comune di Avezzano con voto unanime di tutti i consiglieri presenti. Un’emozionante cerimonia che ha visto la partecipazione di migliaia di rappresentanti istituzionali e vecchi amici radunati intorno a Irti per festeggiare con lui questo importante momento. Il sindaco, Gianni Di Pangrazio, lo ha accolto con gioia e gli ha consegnato poi una pergamena simbolo della gratitudine dell’intera città. “Il consiglio comunale di Avezzano attraverso il conferimento dell’onorificenza ha dimostrato lungimiranza storica e interiore”, ha commentato il vescovo dei Marsi, monsignor Pietro Santoro, “il professor Irti è una figura poliedrica perché ha puntato sulla valorizzazione dell’uomo nella sua dignità. A lei il nostro grazie perché ha fatto sì che la persona non sia solo un nome scritto ma che abbia la garanzia del diritto”. Tanti gli applausi e le manifestazioni di affetto per il professor Irti che con pacatezza ha ascoltato gli interventi sorridendo di tanto in tanto con timidezza.
“Ho sempre pensato che tra tutti i riconoscimenti quello della cittadinanza onoraria è il più bello perché evoca una gratitudine di un territorio”, ha precisato il vice presidente del csm, Giovanni Legnini, “sono convinto che da questo vincolo onorifico viene rafforzato il vincolo di sangue e noi abruzzesi ne gioveremo. Conosco personalmente da poco l’avvocato Irti fino a poco tempo fa avevo solo conosciuto i suoi volumi. Nel contesto di difficoltà e incertezze del potere legislativo dal quale io provenivo le riflessioni di Irti mi hanno aiutato molto una volta entrato nel Csm”. Alla cerimonia hanno preso parte anche avvocati, docenti e intellettuali che con Irti hanno condiviso un pezzo di storia. “Da marsicano”, ha precisato l’onorevole Piccone, “sento un profondo onore ad avere dei personaggi che hanno tracciato la storia di questo paese in modo così importante”. Presente all’importante appuntamento anche il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso che ha ringraziato l’amministrazion comunale di Avezzano per aver: “dimostrato come le città vivono anche di esempi. Il professor Irti rappresenta un riferimento. Il tema dell’autonomia della politica è affrontato da Irti con la bravura di chi conosce il diritto e molti suoi testi sono di aiuto per tutti noi”. Tanti poi i ricordi che si sono susseguiti come quello di Mario Pinelli, sostituto procuratore generale della Cassazione, che ha ricordato quando si iscrisse all’università e tra i docenti c’era proprio Irti.
“Quando mi iscrissi a Giurisprudenza mio padre mi disse che era contento perché li insegnava Irti”, ha raccontato, “ho fatto un salto nel passato nei giorni scorsi perchè ho ritrovato un giornale il Fucino diretto da mio padre dove scriveva Irti e il professore Letta. Quaranta anni fa sono stato un suo studente e mi ricordo che ci mettevamo sotto la cattedra seduti. I suoi scritti sono stati punto di riferimento per intere generazioni. E’ stato molto importante perchè come uomo di diritto non si è chiuso in una stanza blindata ma ha avuto la sensibilità di captare anche tutto quello che accade intorno”. Prima di passare la parola al sindaco per la consegna ufficiale della pergamena ci sono stati i ricordi di chi con Irti è cresciuto e ha condiviso tante passioni: Gianni Letta e Giampiero Nicoli. “Beati non solo gli allievi ma anche i concittadini e gli amici che ne hanno sempre esaltato le sua capacità”, ha affermato Letta, “ha ragione Legnini che tra i tanti riconoscimenti la cosa più bella è l’accoglienza della propria città che lo riconosce e lo festeggia. Sono certo che anche Natalino ha provato emozione a rivedere la sua scuola dove insieme a mio fratello Giorgio ha studiato distinguendosi subito. La città oggi ti accoglie e l’Abruzzo ti accoglie in quest’aula che ci ha visto giovani alle prime armi come giornalisti. Natalino è oltre che un grande giurista un grande umanista. Al consiglio di Stato qualche giorno fa veniva celebrata la figura di Gabriele Pescatore e tutti hanno fatto discorsi impegnativi ma poi ha iniziato a parlare il professor Irti e devo dire che era un’altra musica”. Commosso l’avvocato Nicoli che ha tracciato un ritratto di Irti da amico. “La città di Avezzano per te è stata, è, e resterà semper un luogo intimo del cuore”, ha evidenziato, “che tu vi sia presente o no la vivi sempre con il tempo interiore dell’io. Penso al circolo studentesco creato insieme e mai replicato, alla nostra fondazione di Italia nostra e ai nostri progetti entusti sempre finiti nei polverosi cassetti della politica. Con questa tua città interiore l’onorificienza ti fa rinsaldare i legami”. Prima dei saluti finali affidati proprio al cittadino orario tanti sono stati gli applausi dei presenti, tra cui, oltre ai familiari e alle forze dell’Ordine, c’erano anche il presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, il sindaco di Ortucchio, Raffaele Favoriti, e tanti amministratori locali. “Lo scritto serve a governare gli stati d’animo”, ha esordito Irti, “dovrei dire grazie al sindaco Di Pangrazio e a tutti i consiglieri che con voto unanime mi hanno dato questo riconoscimento con spirito di amicizia e grazie ai miei allievi per il loro affetto. Quando la presidenza della Repubblica mi dette notizia del conferimento di gran Croce io dissi che non avevo merito nei confronti della Repubblica ma solo nei confronti delle giovani generazioni di allievi. E dovrei dire grazie a Gianni Letta che appartiene a una famiglia legata alle memorie più intime della mia storia. Ma grazie è una parola logora che preferisco non dire. Noi siamo figli del tempo, della nostra epoca, stretta nei problemi e nelle domande in cui viviamo o siamo figli dei luoghi? Della piccola patria che ci vide nascere e dove un giorno riposeremo. La prima ci vede vicini, l’altra ci vede lontano. Nella mia vita ho cercato di ascoltarle tutte e due spero di esserci riuscito. Penso a Ortucchio da dove la mia famiglia mosse verso Avezzano e il mio Liceo e gli affetti familiari e le profonde amicizie nate sotto ai tigli di queste strade. Oggi sono tutti cittadini onorari: lavoratori, contadini e operai. Accanto a loro sento di ricevere il vostro affettuoso riconoscimento”.