Avezzano. “Essere, o non essere, questo è il dilemma”. Alzi la mano chi non hai mai sentito, almeno una volta nella vita, l’inizio di questo monologo dell’Amleto di Shakespeare. Probabilmente, nessuno. Ritenuto il testo teatrale più importante dell’età moderna, è stato sapientemente discusso dalla scrittrice Roberta Di Pascasio e dall’avvocato Giampiero Nicoli che, in occasione della rappresentazione teatrale dell’opera andata in scena al Teatro dei Marsi, nel pomeriggio di martedì 13 dicembre hanno tenuto un incontro per illustrare il capolavoro del drammaturgo inglese.
”Sono trascorsi 400 anni dalla morte di Shakespeare”, ha affermato Nicoli, coordinatore dell’ufficio del teatro, “ma la sua memoria è impossibile da scalfire, esattamente come la sua arte”. Roberta Di Pascasio, membro dell’ufficio, con grande passione e coinvolgimento ha spiegato perché Amleto viene considerato, giustamente, un’eccellenza senza tempo. All’incontro hanno partecipato anche Daniele Pecci, che nella rappresentazione è Amleto, e Maddalena Crippa, che ricopre il ruolo di Gertrude. Pecci, regista dello spettacolo, si è prestato alle domande di Nicoli spiegando i motivi che lo hanno spinto a dare all’opera una vesta contemporanea, con una prosa semplice e scorrevole, in grado di tenere sempre alta l’attenzione del pubblico.
L’Amleto di Daniele Pecci, ambientato in un palazzo nobiliare degli anni ’30, convince per stile e ritmi. Interessante l’adattamento della scenografia, con enormi lastre di metallo, poste ai lati del palco, a formare un salone all’interno del quale si è svolta la rappresentazione. A dar maggior risalto all’ambiente, l’ottimo gioco di luci che ha saputo adattarsi, perfettamente, all’umore e al pathos delle scene. I dialoghi, bilanciati tra il sacro e il profano, sono stati riadattati per strappare al pubblico qualche risata e, quindi, alleggerire la tensione che il testo, inevitabilmente, crea. Punto, questo, sul quale lo stesso attore romano ha affermato di aver voluto marcare la propria mano. Il contributo dei 14 attori presenti nel cast è di assoluto rilievo. Ognuno dà il proprio apporto con grande personalità, sicurezza e carisma, convincendo nei momenti più drammatici, ma anche in quelli più ironici. Menzione particolare per Maria Chiara Di Mitri, giovanissima interprete di Ofelia, in grado di reggere il palco con la sicurezza di una veterana.
Non è facile prendere un testo classico, quasi etereo nella sua forma e nella sua sostanza, e riadattarlo in una veste contemporanea. Per questa ragione va riconosciuto a Pecci il grande coraggio per aver voluto affrontare una sfida del genere, anche se, in alcuni casi, la rappresentazione presenta delle forzature che lasciano forti dubbi sulla loro necessità e contestualizzazione. In definitiva, ci sembra di poter affermare che la scelta di modernizzare l’Amleto, benché si presti a differenti chiavi di lettura, abbia pagato, e il caloroso applauso tributato dal Teatro dei Marsi,ai 14 attori presenti in scena, è qui a confermarlo. Federico Falcone