Trasacco. Familiari, amici, colleghi medici, amministratori e politici hanno affollato la basilica di San Cesidio e il sagrato per dare l’ultimo saluto a Gino Fosca. Dalla sua abitazione al Castelluccio dove nella notte tra domenica e lunedì è stato stroncato da un infarto dopo aver festeggiato i suoi 67 anni, il feretro è stato portato a spalla fino alla basilica tra i singhiozzi dei suoi pazienti preoccupati per il futuro del paese senza di lui. Le confraternite del paese e gli stendardi del Comune di Trasacco e della Provincia dell’Aquila hanno aperto il corteo che ha attraversato tutto il paese.
La basilica non è riuscita a contenere tutti gli amici di Gino e buona parte sono rimasti fuori.”Lasciamoci confortare dalla liturgia del tempo che stiamo vivendo dell’attesa”, ha detto don Francesco Grassi, parroco e amico di Fosca, “la venuta del Signore per il nostro fratello Gino è terminata. Il Signore ha bussato alla porta della sua vita e lo ha preso con sé. Ma andiamo a guardare come Gino ha vissuto questa attesa. Non è stato con le mano in mano. Medico impegnato a lenire le nostre sofferenze, ha saputo attendere Gesù accogliendolo nelle membra stanche e nelle sofferenze. Sempre presente non ha detto mai di no. Il suo essere medico lo ha vissuto come una profonda vocazione e non come una professione. Quante volte l’ho visto uscire dalle case dei suoi pazienti con le lacrime agli occhi come a dire non ho potuto farci nulla. Gino medico è stato così è ha vissuto l’atteso del signore in modo operoso. Gino marito e padre è stato attento e operoso anche in questo. Sempre attento alla sua famiglia l’ha saputa guidare in modo forte e saggio. Un padre con il sorriso sulle labbra pronto sempre a scherzare fino a domenica sera. Quante volte mi ha chiamato dicendomi posso venire a confessarmi? Ne uscivo io edificato perché scoprilo la grande spiritualità di un uomo che si mette alla ricerca di Dio alleviando la sofferenza del prossimo. Un padre che ha insegnato ai figli a vivere in modo onesto. Sempre presente quando rientrava la Trinità. Il cuore di Gino affaticato, stanco, perché ha saputo mettere dentro di sé ognuno di noi. Trasacco era la sua famiglia, i pazienti erano un tutt’uno per lui. Si faceva carico di tutti. Tutto l’amore di Gino per gli altri gli è servito per acquistare l’eternità. Ora Gino è in cammino verso il monte per cantare quell’inno alla Trinità. Alla moglie e ai figli dico che ora spetta incamminarvi leggendo quelle pagine che sono scritte nel vostro cuore. Grazie caro amico per tutte le volte che mi hai saputo ascoltare e lo dico a nome di tutti perché a tutti hai saputo dare amore. Siamo noi che oggi dobbiamo imparare a far sì che nel nostro paese la bellezza dei tuoi ideali del tuo amore e del tuo bene verso il prossimo non muoiano mai”. Al termine delle esequie la confraternita, gli alpini e l’amico Gianluca Alfonsi hanno voluto ricordarlo come uomo buono e sempre disponibile. Un lungo applauso ha salutato Fosca all’uscita dalla basilica mentre i pazienti con le lacrime agli occhi lo salutavano per l’ultima volta.