Marsica. In pochissimi giorni dell’anno, quando si verificano alcune condizioni meteo ben precise, l’antico lago del Fucino torna prepotentemente al suo posto. A volte l’illusione è più il frutto della fantasia di chi guarda ma oggi, come si può vedere dall’infinità di foto condivise sui social, la fantasia ha dovuto lavorare meno del solito e possiamo goderci uno spettacolo d’altri tempi.
Il popolo fucense si è sempre diviso tra favorevoli e contrari al prosciugamento del terzo lago d’Italia, ma non si può non ammettere che tra il lago Fucino e il Principe Torlonia ci sia sempre stata una sorta di competizione: la sconfinata potenza della natura verso l’ambizione e i denari di un uomo. Ma quello che forse ha fatto un’analisi più completa di questo infinito braccio di ferro, è stato Ferdinand Gregorovius, un grande storico tedesco famoso per i suoi studi sulla Roma medievale. Gregorovius scrisse “wanderjahre in Italien” ovvero “pellegrinaggi in Italia”, dove in cinque volumi descrive località, curiosità e personaggi d’Italia. Nel 1871, verso la fine dei lavori del prosciugamento, passò nel Fucino e si riferì al Principe con queste parole: “Torlonia, il grande seccatore della natura, è sordo all’appello delle Ninfe. Egli non crede più alla mitologia di Ovidio: ha denari e può sfidare gli Dei che dichiareranno fallimento. Potesse egli almeno risollevare dal lago le città che vi sono sprofondate, Marruvium, Pinna ed Archippe!”
Il Principe riuscì nell’impresa di prosciugare il Fucino ma, in seguito alle lotte contadine, non tornò più nella Marsica, a differenza del lago Fucino che, invece, di tanto in tanto torna a trovarci. @francescoproia