Tagliacozzo. “Ho sbagliato in passato e chiedo scusa, oggi mi guardo indietro e comprendo i miei errori”, questa la dichiarazione di un giovane studente dell’Itt, durante la campagna #Cuoriconnessi, organizzata dalla Polizia di Stato al Teatro Talia di Tagliacozzo, svoltasi ieri mattina, per sensibilizzare gli adolescenti al tema del bullismo e del cyberbullismo. Con il patrocinio dell’amministrazione comunale, sul palco del Talia, gli studenti dell’Istituto Tecnico turistico e della scuola secondaria di primo grado dell’Argoli hanno assistito alla proiezione di un docufilm realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato e il giornalista Luca Pagliari. Una pellicola della durata di 37 minuti e che ricostruisce due drammatiche storie reali di bullismo e cyberbullismo. “Un video che non deve essere bello, ma utile”, ha commentato Luca Pagliari “perché non esiste classe o famiglia dove non si debba fare i conti con i pericoli che si nascondono dietro le nuove tecnologie”. Ha affermato, “il docufilm ha un forte impatto emotivo. Mi sono limitato alla ricostruzione di due percorsi di vita difficili. Ho cercato di raccontare la realtà evitando di esprimere giudizi ”. Al termine della proiezione, è seguito un confronto tra il giornalista e gli studenti, dove commuovente e emblematica è stata la dichiarazione del giovane studente dell’Itt, che dopo la visione delle immagini con coraggio ha preso il microfono in mano, e forse, scaricandosi anche un grande peso, ha chiesto scusa davanti a tutti, per alcuni atti di bullismo che aveva compiuto in passato, durante la scuola media. Tanti, purtroppo sono gli episodi di bullismo che tragicamente sono arrivati alle conseguenze più estreme e hanno scosso la vita degli italiani nel nostro Paese, come quello di Andrea Spezzacatena, 15enne romano suicidatosi nel 2012 e passato alle cronache dei giornali come il “ragazzo dai pantaloni rosa”. Triste e drammatica la vicenda che dopo un anno di indagini ha visto l’adolescente vittima di bullismo e additato come gay, solo per indossare dei pantaloni rosa, colore, tra l’altro causa di un bucato sbagliato della madre. Una scritta sul muro del liceo Cavour, “non fidatevi del ragazzo dai pantaloni rosa, è frocio”, una delle tante prove degli atti di bullismo e diffamazione contro il giovane, di cui tra l’altro non fu neanche accertata l’identità sessuale. “Una campagna, quella di #Cuoriconnessi, che mira proprio a riflettere su questi episodi, cercando di sensibilizzare adulti e adolescenti”, spiega MarcoValerio Cervellini “Un percorso che si integra alle numerose iniziative di prevenzione della Polizia Postale e delle Comunicazioni, un progetto che pone molta attenzione il peso delle parole, che spesso si sottovaluta, ma può creare profonde ferite, specie dal punto di vista emotivo, tra ragazzi, adulti, nel mondo del lavoro, della scuola, dell’amicizia, dell’amore”, ha raccontato, “Ampia area dell’iniziativa è stata dedicata sull’uso consapevole e responsabile della tecnologia, dagli smartphone, ai pc, ai tablet, per far comprendere le conseguenze che questo fenomeno può generare nella vita di un ragazzo”. La campagna nel 2016,patrocinata dalla Camera dei Deputati, è stata realizzata grazie al contributo di Unieuro, oltre a Roma, Milano, L’Aquila, Firenze, Tagliacozzo, farà tappa a Bologna, Reggio Calabria, Verona e Torino. Nella cittadina abruzzese, l’iniziativa, è stata fortemente voluta dalla dirigente Patrizia Marziale e si colloca all’interno del Progetto “Regoliamoci”, mirato su progetti che sensibilizzano gli studenti sul tema della legalità, curato dalle prof.sse Claudia Sansone e Ester Mordini. Il prossimo appuntamento di questo progetto si svolgerà il 25 novembre, in occasione della campagna contro il femminicidio, mentre la campagna di #CuoriConnessi si trasferisce in nord Italia il 24 novembre, puntando sugli studenti di Torino . @RaffaeleCastiglioneMorelli