Avezzano. Prima una visita a Celano in casa dell’amico Filippo Piccone e poi un incontro istituzionale e “bipartisan” al teatro Don Orione di Avezzano per spiegare le ragioni del sì. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è tornato di nuovo nella Marsica questa volta per convincere i cittadini il 4 dicembre a votare sì.
Ad affiancarlo nel suo mini tour Federica Chiavaroli, sottogretario alla Giustizia, il coordinatore provinciale Massimo Verrecchia, e poi il sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio, numerosi primi cittadini marsicani e amministratori. A fare gli onori di casa il presidente del tribunale Eugenio Forgillo e dell’ordine degli avvocati Franco Colucci.
“I nostri diritti e i nostri ideali non verranno toccati con la riforma”, ha spiegato Alfano rivolgendosi alla platea, “si cambierà solo il sistema della macchina che chiaramente non funziona e deve essere ammodernato. Chi dice no oggi non lo fa alla proposta ma al proponente perche Renzi ha legato il referendum al destino del Governo”. All’incontro ha preso parte anche il presidente del consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio.
“Noi come tanti altri comuni ci troviamo in difficoltà”, ha spiegato Di Pangrazio, “per il pacchetto sicurezza vorremmo che venisse fatto qualche passetto in più verso di noi”. Decisa la Chiavaroli che ha ringraziato Alfano per la presenza e ricordato l’importanza di votare sì. “Siamo orgogliosi come abruzzesi della disponibilità del ministro”, ha precisato, “la nostra regione, anche se meno di altre, è una regione che sta soffrendo e la sua vicinanza ci dà forza. Sono in Senato e per tre volte ho votato per la cancellazione del mio posto perchè noi abbiamo bisogno di cambiare e di ammodernare”. Ha puntato tutti sui dati Piccone che ha ricordato ai presenti cosa vuol dire avere l’opportunità di voltare pagina.
“Credo che sia importante informare i cittadini e far capire perché è necessario andare a votare”, ha affermato l’onorevole, “i cittadini devono riflettere su cosa di buono ci dà questa riforma. Il quesito è molto semplice e bisogna leggerlo fino in fondo per capirne l’importanza. Io faccio parte di quella generazione cresciuta all’ombra di Berlusconi ma oggi mi rendo conto che si deve andare oltre”. Il costituzionalista Giovanni Guzzetta ha poi spiegato i dettagli della riforma cercando nel particolare. “Non accetto l’atteggiamento dei comitati del No che continuano a dire che non ci dobbiamo azzardare a modificare la costituzione perché quelli che l’hanno scritta erano grandi uomini e noi siamo nullità”, ha dichiarato il docente, “non è così. Noi abbiamo paura del cambiamento. Siamo disabituati al cambiamento e per questo temiamo sempre che si sia qualcosa dietro”.
Le conclusioni sono state affidate al ministro Alfano che ha strappato anche qualche sorriso si presenti ironizzando su un possibile governo del fronte del No con Brunetta all’economia, Di Maio agli Esteri vista la gaffe su Pinochet e Di Battista all’istruzione per qualche caduta sui congiuntivi. “I nostri diritti e i nostri ideali non verranno toccati con la riforma”, ha sottolineato Alfano rivolgendosi alla platea, “si cambierà solo il sistema della macchina che chiaramente non funziona e deve essere ammodernato. Chi dice no oggi non lo fa alla proposta ma al proponente perche Renzi ha legato il referendum al destino del Governo”.