Canistro. Il futuro dello stabilimento dell’acqua minerale Santa Croce, uno dei marchi abruzzesi più conosciuti nel mondo, potrebbe essere a una svolta. Dopo la riconsegna delle chiavi da parte dell’azienda “Sorgente Santa Croce” guidata da Camillo Colella, ora tutto ruota attorno alla compilazione del nuovo bando che stavolta sembra aver tenuto conto del punto di vista di tuttel la parti, compreso quello del Comune, tutelando tutti gli aspetti in gioco, cioè quelli dell’ambiente e quelli della salvaguardia occupazionale. La Regione ha realizzato l’ultimo passaggio necessario per risolvere la spinosa vicenda dello sfruttamento delle acque minerali di Canistro.
Tale atto è stato formalizzato con un verbale la scorsa settimana alla presenza di Colella, assistito dal figlio e dai suoi legali, del sindaco di Canistro Angelo Di Paolo accompagnato da diversi membri della giunta, dal dirigente regionale Iris Flacco del Servizio risorse del territorio insieme a Giovanni Cantone funzionario del Servizio, nonché da un insolito spiegamento di forze dell’ordine (polizia, carabinieri, finanza e digos). La Regione potrà fare un nuovo bando di gara. Il bando dovrà tenere conto di diversi fattori, in particolare delle osservazioni del Tar (di ordine ambientalistico), delle esigenze di concorrenzialità e libertà imprenditoriale (di matrice costituzionale e comunitaria), e di ordine sociale (salvaguardia dei posti di lavoro e delle maestranze ad oggi impiegate). “Tenere insieme tali condizioni non è stato facile”, affermano i legali del Comune, Salvatore Braghini e Renzo Lancia che hanno seguito la vertenza in questi mesi, “ma si deve dar atto alla Regione che ha cercato di farlo mediante un metodo democratico. In primis è stato coinvolto il comune di Canistro, che era stato del tutto estromesso nella preparazione del bando precedente impugnato e fatto annullare anche per tale vizio”. I nodi da sciogliere sono la previsione di un punteggio crescente al partecipante che assicurerà il massimo reimpiego di dipendenti, da correlare a una riduzione del costo dell’acqua minerale emunta. E infine la Valutazione di impatto ambientale con il coinvolgimento dell’aggiudicatario della concessione. “Le scelte stavolta sono state ponderate, meditate e confrontate nei minimi dettagli”, ha concluso Braghini, “ora prevalga, però, il senso di responsabilità, non i sentimenti di rivalsa”.
Anche per il vice presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli il bando potrà garantire l’occupazione. “Il nuovo bando per l’affidamento delle sorgenti di Canistro è pronto, per la sua pubblicazione è questione di ore. E questa volta sarà molto più scrupoloso, con garanzie sul piano industriale e occupazionale”. Si tratta di uno dei passaggi chiave rispetto alla vicenda della Santa Croce, la società che imbottiglia l’acqua minerale di rilevanza nazionale nello stabilimento di Canistro (L’Aquila), a cui la Regione ha revocato la concessione e chiuso la sorgente per irregolarità nel Durc, rilievi sempre rigettati dalla stessa Santa Croce che ha avviato un duro contenzioso con l’Ente regionale. La Santa Croce ha 75 dipendenti, di cui oltre 50 in cassa integrazione a rotazione e la restante parte al lavoro. Per loro, a fine novembre si potrebbe aprire lo spettro del licenziamento visto che la proprietà ha attivato le procedure di mobilità alla luce dei dinieghi definitivi della Regione. Il patron della Santa Croce, Camillo Colella, comunque ha sempre assicurato che manterrà gli impegni presi con i fornitori. Lolli conferma anche che il nuovo bando recepirà le istanze di sindacati e territorio “in un percorso condiviso”, e affronterà una delle maggiori incognite: il fatto che la proprietà dello stabilimento resti della Santa Croce, come pure il marchio, e un nuovo imprenditore si troverebbe, così, nella condizione di doversene eventualmente costruire un altro, con costi di investimento molto superiori, e promuovere un nuovo brand.
“Un buon bando deve tenere conto del ventaglio di scenari che potrebbero verificarsi, e in questo caso dell’anomalia del sito da dare in concessione, dove come noto lo stabilimento è di proprietà della società uscente – spiega però Lolli – Io auspico che non ci sarà la necessità per chi vincerà il bando di dover realizzare un nuovo stabilimento. Il Comune a ogni buon conto ha messo a disposizione i terreni per poterlo fare, e per fortuna non ci sono problemi di allaccio alle condutture della sorgente”. Lolli tiene, però, a precisare che “per fare il bando era condizione necessaria e sufficiente prendere possesso della sorgente, sulle altre pertinenze si vedrà. Su questo aspetto, infatti, c’è un contenzioso con la Santa Croce, e non potevamo permetterci di bloccare tutto in tribunale per 2 anni. È nell’interesse di tutti, a cominciare dai lavoratori, che il bando esca il prima possibile”. Il vice presidente ribadisce anche che nel bando sarà dato “massimo rilievo al riassorbimento delle maestranze. Ovviamente premierà i candidati che si impegneranno a riassorbire gli attuali lavoratori, a parità di professionalità”. E questa volta, come ovvio, “sarà inserita la clausola della procedura Via cui dovrà essere sottoposto il progetto industriale”, la cui assenza è stato il motivo del ricorso al Tar e dell’annullamento del precedente bando.