Celano. “Daremo battaglia in ogni sede! Scelta senza alcuna logica”. Quella che nei mesi scorsi era stata presentata come una mera eventualità, ovvero la soppressione della fermata del treno delle 6.45, detto treno dei pendolari a Celano, oggi è diventata purtroppo una triste realtà: notizie in mie possesso, infatti, mi confermano che il treno mattutino non fermerà più a Celano. Per questo il sindaco Settimio Santilli si è scagliato contro i rappresentanti istituzionali regionali definendo la cosa inaccettabile. “La decisione così com’è stata assunta, con il fin troppo placido via libera della Regione, creerebbe non pochi disagi ai pendolari, riducendo in maniera drastica il numero delle opzioni per i viaggiatori del territorio”, ha commentato Santilli, “è giusto e doveroso precisare al riguardo che a farne le spese non sarà solo la Città di Celano, ma una utenza proveniente da Aielli, Cerchio, Collarmele, Pescina, Ovindoli e Altipiano delle Rocche, con un netto peggioramento dei tempi e dei costi. Ad essere maggiormente danneggiati dal provvedimento sarebbero proprio i pendolari della Marsica orientale costretti a raggiungere la stazione di Avezzano con mezzi propri. Esistono, inoltre fondati e concreti timori di uno stravolgimento del servizio e degli orari anche per il ritorno Roma-Pescara visto che i principali (partenza 14,30, 16,33, 18,33) vengono posticipati e vengono eliminate le tratte intermedie “secondarie” come, ad esempio, Mandela.Timori confermati sia dalle notizie riguardanti un nuovo piano ferroviario che la Regione ha in serbo di approvare, che dalla imminenza della data di entrata in vigore delle modifiche prevista per il prossimo 13 dicembre. Si verrebbe a rappresentare uno scenario sul quale non è possibile transigere o peggio accettare passivamente senza formulare alcune considerazioni e dar battaglia. Mi viene subito da dire che la Regione Abruzzo con una mano elargisce milioni di euro con il tanto vituperato e pubblicizzato Masterplan, presentando progetti faraonici di difficile attuazione visto il momento di crisi e di risorse e con l’altra chiede ulteriori sacrifici ai pendolari, studenti e lavoratori. Per consentire il recupero di pochi minuti sui tempi di percorrenza sulla tratta ferroviaria Pescara-Roma si elimina la sosta alla stazione di Celano. Questa è la soluzione per il treno veloce di collegamento alla capitale d’Italia nel 2016? Si tratta dell’ennesima dimostrazione della scarsa lungimiranza con la quale vengono condotte le scelte politiche regionali e dell’ennesima conferma del fatto, ormai non più isolato, della volontà di bypassare Celano e gran parte dell’entroterra marsicano nelle scelte strategiche di opportunità di investimenti e di rilancio. La prova della poca attenzione è data dalla mancata risposta alla mia nota, inviata lo scorso 13 luglio alla Regione con la quale chiedevo interventi, affinché venisse scongiurata la soppressione della fermata Celano-Ovindoli del treno regionale e dei relativi ritorni pomeridiani; chiedevo altresi’ interventi adeguati per garantire un servizio rispondente alle necessità di tutto il territorio senza penalizzare le zone interne che sarebbero destinate all’isolamento e nel contempo chiedevo informazioni in merito al nuovo collegamento veloce della linea ferroviaria Pescara-Roma, previsto con l’imminente attivazione dell’ETR 325 Jazz. Fino ad oggi nessuna risposta, anzi giunge la conferma della soppressione che mi ha spinto a rinnovare alla Regione ed alla direzione regionale di Trenitalia le richieste appena menzionate, con la preghiera di individuare le opportune linee correttive di un provvedimento che andrebbe a penalizzare oltremodo il nostro territorio già alla prese con una profonda crisi infrastrutturale e di prospettive di rilancio. Per dare robustezza a quanto richiesto aggiungo che la stazione ferroviaria di Celano serve anche un’utenza di turisti diretti alle località di soggiorno estivo ed invernale dell’Altipiano delle Rocche e di Ovindoli, dei visitatori del Castello Piccolomini, museo più frequentato d’Abruzzo, nonché degli utenti della Clinica L’Immacolata, considerato da tutti un polo di eccellenza in ambito sanitario. La ventilata soppressione della fermata, come ho già avuto modo dire, avrebbe lo scopo di consentire il recupero di 3 minuti di percorrenza sull’intera tratta. Un risultato marginale se lo scopo è quello di realizzare una linea di collegamento veloce. A conti fatti sarebbe un risultato effimero, ottenuto non migliorando le infrastrutture, ma semplicemente eliminando alcune fermate. Cosa ne pensano a riguardo i vari D’Alfonso, Berardinetti, Di Pangrazio, Di Nicola e gli eletti nella zona montana della regione? Non siedono i medesimi in Consiglio regionale grazie anche ai voti dei celanesi? Perché hanno perseguito solo il salvataggio delle fermate di Tagliacozzo e Carsoli? E Celano dunque, come quarto comune della Provincia, perché ne rimane fuori? Quale è la logica? Anche a questi interrogativi gradirei avere delle risposte. Se proprio si deve fare un treno veloce con il principio più banale del taglio delle fermate, allora si taglino anche Tagliacozzo e Carsoli e si lasci solo quella di Avezzano.Rimane solo da dire che così come è, questa scelta porterà l’utenza, già fortemente provata dal malfunzionamento della tratta ferroviaria Pescara-Roma, a considerare l’utilizzo dell’automobile o dell’autobus, visto che ormai da 50 anni si pensa soltanto agli investimenti su gomma e su autostrade. Perché non si destinano investimenti a progetti moderni e funzionali di trasporto su rotaia, ritenuto da più parti più conveniente e meno inquinante? Quanta economia l’Abruzzo recupererebbe con una infrastruttura adeguata e veloce di collegamento a Roma e che invece rimane nella capitale? Perché, infine, alcuni amministratori locali, invece di pensare campanilisticamente al proprio orticello (alias la propria fermata), non pensano a come poter produrre proposte di più ampio respiro territoriale, organiche e lungimiranti? In conclusione ribadisco la ferrea volontà di ricerca di tutte le possibili forme alternative e nelle sedi opportune di richiedere una rivisitazione della decisione onde poter garantire anche per gli utenti della nostra zona la prosecuzione di un servizio essenziale in termini economici e sociali uguale per tutti.