Avezzano. Basta con i treni lumaca, Melilla scrive al ministro dei Trasporti per tutelare i pendolari abruzzesi. “Trenitalia ha da tempo annunciato un treno veloce sulla relazione ferroviaria Pescara Roma, ma di questa promessa si sono perse le tracce, anzi i tempi di percorrenza di questa tratta ferroviaria tra l’Abruzzo e la Capitale sono ulteriormente aumentati e oggi si impiegano 4 ore per coprire una distanza di appena 200 chilometri”, ha commentato Melilla, “i vecchi “Rapidi” del secolo scorso ci mettevano 3 ore da Pescara a Roma, cioè un’ora in meno, e dunque siamo in presenza di scelte di Trenitalia inaccettabili e irrazionali che penalizzano fortemente i viaggiatori abruzzesi e e laziali. Eppure basterebbe un minimo di buona volontà per migliorare il servizio e riavvicinare una utenza ormai scoraggiata e delusa: innanzitutto si dovrebbero eliminare le fermate inutili sia nel territorio abruzzese che in quello laziale, almeno per quanto riguarda i collegamenti della prima mattinata e del tardo pomeriggio. Nel secolo scorso il rapido fermava solo a Chieti, Sulmona, Avezzano e Tivoli, ora invece le fermate abruzzesi sono 8 e nel Lazio ancora di più pur essendo scarsamente utilizzate;dovrebbero poi essere utilizzati treni più veloci e meno vecchi, sporchi e senza servizi, che peraltro spesso subiscono guasti durante il tragitto con enormi disagi per gli utenti; dovrebbe essere attivato il controllo centralizzato del traffico, specialmente nel tratto Sulmona-Avezzano. Il sospetto è che Trenitalia stia portando alla morte la relazione Pescara – Roma, come ha già fatto con l’altra relazione Pescara – Napoli soppressa alcuni anni fa, nonostante il suo interesse sociale ed economico-turistico. Vogliamo sapere se corrisponda al vero la decisione di Trenitalia di attivare un treno veloce sulla Pescara-Roma e quali iniziative intenda assumere nei confronti di Trenitalia che nei fatti sta affossando questa fondamentale relazione tra l’Abruzzo e il Lazio a tutto vantaggio del trasporto privato su gomma con evidenti danni economici, ambientali e sanitari per le popolazioni interessate”.