San Benedetto dei Marsi. Lungaggini procedurali e romanzeschi iter burocratici. Anni di sperpero di denaro pubblico e di totale abbandono delle strutture pubbliche. Ma stavolta no, l’ennesimo scandalo “made in Italy” ha avuto un esito positivo, un epilogo tutt’altro che scontato. E questo grazie alla tenacia dei giovani amministratori comunali sambenedettesi che – dopo un fitto scambio di corrispondenza e sopralluoghi – hanno ottenuto, nel palazzo aquilano dell’Emiciclo, l’incontro col presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, avente ad oggetto la richiesta di assegnazione gratuita dell’ex casone di guardia in uso all’ex Arssa, sito nel Comune marsicano, rimasto in abbandono e in disuso nonostante un importante intervento di ristrutturazione eseguito nel 2006/2007. Durante l’incontro col governatore D’Alfonso, il sindaco Quirino D’Orazio ha manifestato la volontà di acquisire, recuperare e valorizzare l’immobile e la corte circostante per adibirlo a primo museo marsicano di arte contadina e primo museo archeologico dell’antica città di Marruvium. Il presidente D’Alfonso ha accolto con entusiasmo l’idea in data 18 luglio, con una nota – inviata sia al dipartimento delle politiche dello sviluppo rurale e della pesca, sia al servizio territoriale per l’Abruzzo ovest, e al Comune di San Benedetto – ha comunicato l’accoglimento della richiesta, definendo la proposta del sindaco di “notevole interesse per l’intera collettività regionale abruzzese”. Così il primo cittadino Quirino D’Orazio: “Portare a termine questa importante operazione rappresenterebbe una grande opportunità per San Benedetto, cittadina che ha moltissimo da offrire, non solo per gli importanti siti archeologici presenti (anfiteatro, strada romana, domus romana, portale di Santa Sabina, Morroni), ma anche perché ha dato i natali a illustri personaggi quali Quinto Poppedio Silone, Papa Bonifacio IV, Sabina Santilli, Romolo Liberale, Sandro D’Amato, Sebastiano Simboli e D’Arpizio. Un dono di questa rilevanza non potrebbe che segnare un’ulteriore crescita culturale, rappresentando un altro grande passo in avanti per ridare dignità e una nuova giusta immagine al nostro paese”, ha concluso l’avvocato D’Orazio.