Avezzano. “La Marsica ricopre un bacino di 140mila abitanti, mente L’Aquila poco più di 70mila, ma da qualche tempo sia a livello giudiziario che a livello sanitario è sempre la Marsica a dover cedere i suoi servizi per far spazio all’Aquila”. E’ quanto affermano i giovani democratici della Marsica sul caso della chiusura di Neurochirurgia di Avezzano e il trasferimento dei pazienti all’Aquila. Vicenda che ha portato anche alle dimissioni del primario aquilano, Renato Galzio. “Il periodo di deficit economico comporta dei tagli che non sempre sono visti in maniera favorevole da parte dei cittadini”, affermano i giovani democratici, “lo scopo di questi tagli dovrebbe essere quello di migliorare l’efficienza del servizio. Riguardo al caso preso in considerazione, vale a dire la chiusura del reparto di neurochirurgia nell’ospedale di Avezzano, questo principio viene meno. Il taglio in questo caso non migliora l’efficienza, perché si lascerebbe scoperto un territorio di 140mila abitanti i quali usufruiscono di questo servizio. Da quanto si apprende sui giornali viene citata una legge che prevede l’apertura di un reparto di neurochiurgia ogni 600mila abitanti, per questo il reparto di neurochirurgia di Avezzano andrebbe chiuso, lasciando l’ospedale privo dei 2 neurochirurghi attualmente in servizio. La critica che noi facciamo non è sulla legge attualmente in vigore, bensì sulla soluzione che è stata data. Non si può chiudere un reparto che a livello di numeri lavora meno di quello aquilano, ma che garantisce il servizio a 140mila abitanti. La soluzione data è la più semplice, ma anche la più pericolosa”. Il manager Rinaldo Tordera, secondo i giovani democratici, “non può accettare questa soluzione, perchè in questo caso si rischierebbe di andare contro gli interessi e i diritti dei cittadini. In futuro se ci darà disponibilità ci impegneremo ad invitare l’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci ed a collaborare insieme al Pd di Avezzano affinché il reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Avezzano non venga chiuso, perché l’interesse e la tutela dei cittadini vengono prima di qualsiasi altra cosa”.