Avezzano. Le parole di don Aldo Antonelli sulla gestione della mensa della Caritas hanno scatenato una serie di reazioni soprattutto nel mondo dei volontari. “Sono una volontaria della Caritas di Avezzano dall’età di 15 anni ho cercato di inserire il servizio di volontariato nei vari impegni scolastici, universitari e lavorativi”, ha raccontato Laura Ciamei, “ora ne ho 32 e credo di avere un po’ di esperienza in questo mondo tanto affascinante quanto complesso che non si può ridurre solo alla mensa. Sono indignata da ciò che sto leggendo su internet in questi giorni e anche se c’è un passo del Vangelo che dice “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia”(Mt 5,11) stavolta non riesco a tacere.
Sono indignata perché un presbitero reputa più opportuno mandare in rete una lettera (che non racconta tutto ciò che è successo in una riunione in cui ero presente sia io che tutti i responsabili delle Caritas parrocchiali che svolgono il servizio alla Mensa San Lorenzo) piuttosto che parlare con il suo confratello. Sono indignata perché un presbitero giornalista non verifica le notizie alla fonte prima di mandare in rete una notizia che dà un’immagine distorta della Chiesa a cui lui stesso appartiene.
La Caritas non ha etichette da mostrare. La Mensa è frutto del lavoro silenzioso di tanti volontari sorridenti e disinteressati che svolgono un servizio totalmente gratuito dalle 9.30 fino alle 13.00 circa. Specifico l’orario perché è stato uno dei punti che ha creato maggiore dibattito nella sopracitata riunione. I nostri ospiti mangiano a mezzogiorno quindi prima bisogna cucinare , poi bisogna pulire la cucina e il refettorio. Se un gruppo di volontari arriva più tardi o va via prima creerebbe disagio perché qualcun altro dovrebbe compensare quella carenza (ma la mensa si regge solo sulla forza del gruppo di volontari di quella giornata). È vero che il servizio di volontariato è gratuito ma va fatto con responsabilità ed impegno altrimenti bisogna avere il coraggio di dire : io non posso farlo. La differenza tra la Caritas e qualunque altra associazione (che forse nel territorio opera anche meglio di noi) è che, noi cristiani, nel fratello povero serviamo Gesù! Per questo non siamo chiamati a giudicare i nostri ospiti ma siamo semplicemente chiamati ad amarli ed a servirli. “Avevo fame e mi avete dato da mangiare” (Mt 25,35). Ciò che Don Ennio Tarola ha detto tante volte lo ripeto anche io: “venite e vedete”, non dobbiamo giustificarci con nessuno sul nostro essere più o meno bravi, la Carità si fa in silenzio ma le nostre porte sono tutte aperte! Ho letto su facebook alcuni commenti che parlavano di creare un’ alternativa alla Caritas con l’aiuto dei Comuni e degli assistenti sociali. Coraggio! Perché ad oggi non siamo quasi mai noi come Caritas a chiedere aiuto alle Istituzioni ma sempre più spesso sono le Istituzioni che chiedono la nostra collaborazione !
Una struttura come la Caritas non può essere perfetta è troppo complessa per non avere delle imperfezioni a livello pratico (come tutte le cose). Questo non significa che non esistono tanti bravissimi volontari che svolgono il loro servizio con amore disinteressato. Nessuno di loro si aspetta nulla in cambio consapevoli che altrimenti avrebbero “già avuto la loro ricompensa” (Mt 6,1). Proprio attraverso la buona volontà di i tutti volontari che si sono susseguiti negli anni finchè hanno potuto e quelli che in queste settimane stanno iniziando la loro esperienza di servizio (poi può succedere che gli orari, gli impegni familiari o di lavoro richiedano una pausa) la Mensa Caritas opera in silenzio da 27 anni. E mai nessun prete è sceso alla Mensa Caritas per una giornata di servizio ai poveri … compreso don Aldo”.