Avezzano. Sperano che l’acquisizione dell’azienda non sia solo un ponte di Smic per entrare in Europa i dipendenti della LFroundry che commentano con timore il nuovo matrimonio economico tra l’azienda locale e il colosso cinese. L’ufficializzazione della cessione del 70per cento delle quote dell’azienda più grande della provincia dell’Aquila alla Smic è arrivata nei giorni scorsi ma gli scenari che si apriranno per il sito marsicano non sono ancora chiari. “Siamo stati convocati dalla direzione aziendale per delle comunicazioni”, hanno spiegato Roberto Di Francesco, Rocco Rossi, Diego Di Francesco Gianluca Picozzi e Donato Buccini (Fiom-Cgil), Arianna Stati e Luca Centi Pizzutilli (Fim-Cisl:), Domenico Cesta, Monica Di Cola, Sara D’Agostino, Alessandro Maurizi e Eugenio Franchi (Uil-Uilm), Andrea Campione e Luigi Abruzzo (Fismic) e Fernando Di Gianfilippo (Cisal), “nel corso dell’incontro ci è stato comunicato ufficialmente che la società Smic e LFoundry hanno firmato un accordo vincolante per l’acquisizione della LFoundry al 70per cento. La conclusione dell’operazione (closing) avverrà, salvo complicazioni, nelle prossime settimane. Non vi è al momento visibilità su aspetti quali i tipi di prodotto che realizzeremo, come e se cambieranno gli equilibri con il nostro attuale cliente (ON semiconductor) e se ci saranno investimenti. La nostra attenzione è rivolta agli aspetti industriali e di sostenibilità del sito produttivo con l’obiettivo di garantire occupazione e non disperdere la ricchezza intellettuale del territorio. Per questo motivo riteniamo che l’incontro del primo luglio al ministero per lo Sviluppo economico sarà, a questo punto, l’occasione giusta per capire meglio il meccanismo del quale andremo a far parte e quali sono le garanzie che non si tratti solo di una operazione “ponte” di Smic per entrare nel mercato europeo”. Intanto le parti sociali e la direzione aziendale hanno chiuso i lavori dei due osservatori indiretti e turni riposanti con la riduzione di orario minima: 3,5 – 5, con un solo riposo aggiuntivo, per i turnisti e 7per cento per i giornalieri e una riduzione di orario massima: 3-5, con due riposi aggiuntivi, per i turnisti e 15per cento dei giornalieri. “La riduzione di orario, laddove necessaria, si attiverà per tutti i dipendenti”, hanno continuato le rsu, “salvo alcune eccezioni relative a specifiche figure che svolgono attività non riducibili o rinviabili malgrado lo scarico di lavoro. La situazione produttiva verrà sondata a cadenza regolare tramite incontri tra direzione aziendale e rsu. Per quanto riguarda l’osservatorio diretti si è stabilito, invece, che partirà in via sperimentale una turnazione con giornate lavorative da 8 ore secondo lo schema 6+3 basato su 9 semisquadre