Avezzano. Settanta minuti. Ovvero un’ora e dieci minuti di vita buttata. E’ questo l’ultimo ritardo dei treni sulla Roma-Pescara. E’ questa la situazione costante che si vive sulla linea ferroviaria abruzzese. Momenti tra il drammatico e il comico vissuti sul treno di ieri. Graziati dalla volontà di chissà chi, i viaggiatori disperati sono stati parcheggiati a Bagni di Tivoli. Ma non tutti i mali vengono per nuocere… completamente. La lunga sosta ha permesso di ammirare, sul lato sinistro del finestrino, una natura abbandonata con casupole, furtive dimore di qualche disadattato che ogni tanto si affacciava per capire come mai quei viaggiatori erano lì. A destra un piccolo bar al cui proprietario brillavano gli occhi per aver avuto un colpo di fortuna, un picco di vendite eccezionali in solo settanta minuti. “Unica nostra consolazione”, racconta una pendolare, “un cremino al cioccolato. Anche gli operatori telefonici hanno visto l’intasarsi delle linee in quei minuti, in quanto tutti dovevamo cercare soluzioni di fortuna per poter mandare qualcuno a riprendere i bambini, governare i genitori disabili, calmare le rabbie di mogli e mariti che non capiscono se questi ritardi sono finzione o verità. Qualcuno”, racconta la pendolare ironizzando (…fino a un certo punto…) e per sdrammatizzare, “spergiurava di non avere amanti. L’aria aveva l’odore salmastro del sudore di un giorno passato, vissuto, ma che non riesce volgere al termine. I sedili in semi-plastica blu trasudavano anch’essi. Settanta minuti buttati, laceranti, da dimenticare, da non voler più rivivere, ma vissuti con la certezza che non sarà l’ultimo ritardo”. La pendolare ringrazia “coloro che fanno sì che ogni giorno di noi pendolari sia diverso, mai monotono, mai tranquillo. Vivere così, lo assicuro, è peggio di come possiate mai immaginarlo”. Per fortuna quel cremino al cioccolato… (p.g.)