Tagliacozzo. Sono stati sbloccati i fondi per il progetto “Dopo di noi” e quindi per i disabili con un futuro incerto della Marsica si riaccendono le speranze. La struttura chiusa a Tagliacozzo nei giorni scorsi e rimasta attiva solo per servizi diurni a causa della carenza di fondi ma adesso il fondo da 90 milioni per quest’anno, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni annui dal 2018 diventa realtà. Ogni misura è assunta «nel superiore interesse» del disabile, è integrata nel progetto individuale già previsto dalla legge 328/2000e va assicurata attraverso la progressiva presa in carico già durante l’esistenza in vita dei genitori. La potenziale platea di beneficiari, stimata nella relazione tecnica sulla base dei percettori di pensioni di invalidità con indennità di accompagnamento, è di 100mila-150mila persone. L’obiettivo dichiarato del provvedimento, in dieci articoli, è favorire il benessere, l’inclusione e l’autonomia delle persone con disabilità grave non causata dal naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità, prive di sostegno familiare, in quanto mancanti di entrambi i genitori o perché gli stessi non sono in grado di fornire adeguato sostegno.
I sindaci della Marsica e i consiglieri regionali, alcuni mesi fa, prima della chiusura di maggio, avevano fatto una riunione all’interno della struttura per trovare una soluzione. Ma non si era trovata alcuna soluzione. Sulla vicenda era intervenuto il coordinatore provinciale dell’Ncd, Massimo Verrecchia, che aveva assicurato un impegno per trovare soluzioni specifiche per la “Rete abruzzese del dopo di noi e l’autonomia residenziale grazie all’approvazione definitiva al Senato, con successiva entrata in vigore entro Pasqua”. Approvazione finalmente arrivata. Ora quando i fondi saranno disponibili, i ragazzi potranno tornare nella struttura.
Fino a ora sono stati costretti a tornare ognuno nella propria abitazione, e possono andare al centro soltanto per alcune ore durante il giorno. I ragazzi sono molto legati a questo centro e la separazione è stata molto traumatica. La struttura è stata realizzata con una delibera regionale del 2002 e grazie a una legge del 2000 erano stati stanziati circa cinque milioni e mezzo di euro per costruire sei case-famiglia in tutta la Regione, tra cui quella marsicana. Aveva aperto meno di un anno fa e ora è già chiusa. La legge rafforza i livelli essenziali di assistenza (Lea) sanitaria e sociale per i disabili gravi privi del sostegno familiare, affidando alle regioni il compito di integrare le prestazioni e collaborare con i comuni. In attesa della definizione dei nuovi Lea, il ministro del Lavoro dovrà entro sei mesi definire gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare.
Il nuovo Fondo sarà ripartito tra le regioni sempre con decreto del ministro del Lavoro da emanare entro sei mesi che fisserà anche i requisiti per accedere alle misure di assistenza, cura e protezione finanziate. Gli interventi possono essere di quattro tipi: programmi per favorire percorsi di deistituzionalizzazione e supporto alla domiciliarità in abitazioni o gruppi-appartamento; la realizzazione, ove necessario, di soluzioni per la permanenza temporanea in residenze extrafamiliari per fronteggiare le emergenze; interventi innovativi di residenzialità (alloggi di tipo familiare e cohousing); programmi per accrescere competenze e autonomia.