Cerchio. Si racconta in esclusiva a Marsicalive la giovane calciatrice italiana Linda Tucceri Cimini. Classe 1991, marsicana, di cerchio, ha in poco tempo conquistato il calcio italiano fino ad approdare alla corte di Antonio Cabrini, attuale tecnico della nazionale femminile, verso le qualificazione ad Euro 2017. Queste le parole dell’esterno difensivo in forza al San Zaccaria.
Linda la stagione si è conclusa da poco, com’è andata?
La stagione è andata abbastanza bene anche se poteva sicuramente andare meglio: abbiamo perso parecchi punti negli scontri diretti.
Se ti guardi indietro, quanta differenza trovi con quella bambina spensierata di qualche anno fa? Hai realizzato i tuoi sogni o ne hai ancora qualcuna nel cassetto?
Credo di essere cresciuta molto calcisticamente soprattutto nel gestire le varie situazioni che si presentano durante una partita. Ho vissuto molte belle esperienze negli ultimi anni ma i sogni nel cassetto ci sono sempre, quando si raggiunge un obiettivo ci si proietta subito a quello successivo.
La nazionale è il sogno di tutti i bambini del primo giorno in cui iniziano a calciare un pallone, che effetto fa scendere in campo per difendere i colori della propria nazione?
La nazionale e difendere i colori della propria bandiera dovrebbe essere la massima aspirazione di ogni atleta.
Torniamo un po indietro…quanto è stato importante per la tua carriera trovare sulla tua strada un grande uomo oltre professionista come Giuseppe Tofani?
Nella mia vita sono stata molto fortunata a incontrare una persona come Giuseppe Tofani: oltre ad essere un grande uomo per me è stato importante sotto il punto di vista calcistico. Mi ha insegnato tanto, devo molto a lui.
Top player: questa è la parola che maggiormente leggiamo sui giornali o ascoltiamo nei notiziari quando si parla di calcio. Al di là della parte economica, quando soddisfazione si prova ad essere considerata tale?
In realtà non mi sono mai sentita tale. Credo di essere una buona giocatrice e ancora prima una ragazza che ama lo sport e il calcio con tutta se stessa. La soddisfazione più grande è quella: vivere per ciò che amo, non lo cambierei per niente al mondo.
Nei giorni scorsi si è disputata, in Italia, la finale di Champions League. Cosa manca alle società nostrane per poter avere la possibilità di giocarsi un trofeo così prestigioso?
Per raggiungere i livelli delle squadre che hanno disputato la finale di Champions le società italiane dovrebbero avere molti più fondi da investire nei vari settori. Se vogliamo parlare più in generale, però, mi sento di dire che ciò che dovrebbe cambiare, adeguarsi dovrebbe essere la mentalità italiana che si approccia nella maniera sbagliata a questo sport e anche ad altri a livello femminile.
Il fatto che in Italia, una delle nazioni calcistiche più prestigiose al mondo, il calcio femminile sia un po lasciato a se stesso rispetto ad altre nazioni è un dato di fatto. Molte tue compagni in azzurro sono costrette a trasferirsi altrove per trovare un po di gratificazione. Quanto penalizza tutto ciò il calcio nostrano? Da calciatrice simbolo del nostro campionato cosa senti di dire agli addetti ai lavori?
Il fatto che qui il calcio femminile non sia assolutamente calcolato porta molte giocatrici, che ambiscono a raggiungere obiettivi importanti, a spostarsi altrove. Il nostro campionato di conseguenza si indebolisce ancora di più perdendo delle professioniste di valore. Penso sarei l’ennesima persona a dire le stesse cose agli addetti ai lavori…ovvero di investire e credere in questo movimento,di guardarsi un po intorno e vedere a quali livelli sono arrivate le altre nazioni, anche in poco tempo,ci sono i dati che parlano ma evidentemente se non se ne avvedono non vogliono ascoltare.
So che è ancora presto e che il mercato può riservare sorprese fino all’ultimo ma io te lo chiedo ugualmente, ti vedremo cambiare casacca per la prossima stagione?
Per ora riguardo l’anno prossimo non voglio sbilanciarmi. Penso a godermi un po di riposo per poi ragionare bene sul da farsi
Io so che dopo l’impegno di qualificazione dei prossimi giorni ad Euro 2017 in Georgia la tua carriera parlerà inglese. Come è nata la cosa? Raccontaci.
Dopo l’impegno con la Georgia ho deciso di vivere un’esperienza diversa e volare negli Stati Uniti per disputare un campionato semiprofessionistico estivo. È nato tutto per gioco a dire la verità: pensavo ad una esperienza che mi lasciasse un bel ricordo è un diverso modo di vedere il calcio e la vita al di fuori.
Complimenti. Alla luce di una carriera che si preannuncia chiaramente fenomenale, a chi dedichi tutto questo?
Devo tutto soprattutto alla mia famiglia che mi ha sempre supportata e sopportata. Non dimenticherò mai i loro sacrifici e il loro amore nei miei confronti nei momenti più difficili.
Con la promessa di rincontrarci per una nuova chiacchierata in vista della partenza per gli europei ti auguriamo un grande in bocca al lupo per la nuova avventura. Alex Amiconi