Tagliacozzo. Si è svolta questo pomeriggio la celebrazione solenne in onore della consegna ufficiale della sacre reliquie di Sant’Antonio di Padova. Dopo tanti anni, la commemorazione ha raccolto in massa una gran parte della cittadinanza, compresa l’amministrazione dei nuovi eletti consiglieri comunali, guidata dal neo sindaco Vincenzo Giovagnorio. Il frammento del corpo di Sant’Antonio è stato affidato tempo fa ad un gruppo di pellegrini in viaggio a Padova e consegnato al ritorno a don Bruno Innoncenzi, parroco della chiesa della Santissima Annunziata. Ieri pomeriggio, don Bruno insieme a tutti i sacerdoti delle comunità religiose della cittadina, ha concelebrato la santissima messa in onore del patrono e ha consegnato il sacro frammento ai frati della chiesa di San Francesco, all’interno di un reliquario in argento, donato personalmente dal sindaco. La celebrazione è stata introdotta dalla musica del complesso bandistico di Tagliacozzo e a seguire, i nuovi consiglieri di maggioranza, con il primo cittadino, i vigili e i giovani “gonfalonieri”, sono entrati nella chiesa per la cerimonia insieme al popolo presente. Non è bastata la pioggia a fermare la processione che si è svolta al termine della celebrazione eucaristica, per consegnare ufficialmente la reliquia ai frati del convento di San Francesco.
La storia del Santo patrono fa riferimento a un curioso e singolare aneddoto storico della città: sembra infatti, che attorno al XVII secolo, in un giorno di doppio precetto, due signorotti della cittadina, appartenenti a famiglie in netto contrasto (come era solito all’epoca), si incontrarono nella Chiesa di San Francesco, in uno stretto passaggio, tuttora esistente, che dal convento introduce nel coro della chiesa. Qual miglior occasione per un’esternazione dell’astio che li contrapponeva? Nessuno dei due volle cedere il passo all’altro e si venne subito alle armi, ma uno dei due morì, creando successivi disordini nella città, a causa della rivalità tra le fazioni. A Napoli intanto, aveva luogo la famosa rivolta di Masaniello, iniziata nel 1647, contro i dominatori spagnoli. Il viceré aragonese, alla notizia dei fatti di Tagliacozzo, li associò immediatamente alla rivolta e decise di inviare una spedizione militare per punire la città. Venendo a sapere della decisione del viceré, i tagliacozzani caddero nella disperazione alla notizia, in quanto non vi erano né armi, né tantomeno il tempo per correre a Napoli per spiegare i fatti alle autorità. Ci si affidò alla preghiera, o meglio, ci si affidò a Sant’Antonio di Padova. Fatto sta che si seppe della storia di un popolo tagliacozzano riunito in preghiera nella chiesa di San Francesco assistere ad un miracolo: si racconta che dalle mani della statua di Sant’Antonio, nella quali i tagliacozzani posero le cinque chiavi della città ed un memoriale in cui veniva chiesta la grazia di libertà dalla minaccia spagnola, cadde una supplica nella quale vi si leggeva in calce scritto la grazia.
Secondo lo storico Giuseppe Gattinara, il viceré accordò la grazia ad un fraticello (che sembra essere Sant’Antonio stesso) non per salvare Tagliacozzo, ma perché era certo non giungesse in tempo la sua spedizione militare. Da allora il Santo divenne il patrono della città e proprio per questi fatti, oltre ad essere ancora conservate la statua con le chiavi, oggi è stato posta la reliquia proprio in quella stessa chiesa dove nacque tutta la vicenda.
“Sicuramente è stato un grande onore, ma soprattutto una grande emozione poter accogliere la reliquia, donata permanentemente alla nostra città”, commenta il sindaco Giovagnorio, “Come ha detto Silone, tutti i paesi marsicani hanno un santo martire, segno di testimonianza. Noi a Tagliacozzo abbiamo un santo patrono frate, che simboleggia per noi un fratello”, conclude, “spero questo possa rappresentare l’emblema di una nuova pacificazione degli animi e di una collaborazione generale, vitale per la nostra amata cittadina”. “Che questa reliquia”, ha aggiunto il parroco don Bruno, “permanendo a Tagliacozzo diventi un pegno di una città rinnovata nella Pasqua di Gesù”. “Un viaggio iniziato il 25 agosto quando le reliquie ci hanno fatto visita”, ha commentato padre Carmine Terenzio del Convento di San Francesco, “sono stati giorni di accoglienza ovunque. Allo stesso modo siamo stati accolti a Padova quando ci hanno consegnatto la reliquia”. @RaffaeleCastiglioneMorelli