Avezzano. Quattro mesi di tempo per capire cosa fare della Vesuvius. Questo il tempo che si sono presi i vertici della Vesuvius ieri mattina durante il vertice al ministero dello Sviluppo economico. Dopo LFoundry questa volta è toccata ai dipendenti della Vesuvius che sono arrivati in via Molise con il vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, il consigliere regionale, Lorenzo Berardinetti, e i sindacalisti Domenico Fontana della Filctem – Cgil e Umberto Trasatti, segretario della Cgil dell’Aquila Ad accoglierli c’era il delegato del ministero, Giampiero Castano, e una delegazione dei rappresentanti dell’azienda arrivati direttamente dalla sede centrale di Londra. Gli 8 dipendenti presenti hanno chiesto  chiarezza sulla riorganizzazione che non è chiaro se porterà o meno alla razionalizzazione di posti di lavoro anche nello stabilimento di Avezzano. Regione e ministero hanno  illustrato ai vertici della Vesuvius quali sono le agevolazioni di cui potrebbero usufruire se decidessero di aprire una vertenza per il sito marsicano a partire dalla formazione che, come assicurato da Lolli, potrebbe essere a carico dell’ente. “Non è stato risolto nulla per ora”, ha commentato Augusto Barile, operaio Vesuvius presente al vertice capitolino, “l’azienda si è presa 4 mesi di tempo per capire come agire. Intanto ci siamo riaggiornati al 7 giugno. In quell’occasione i delegati della Vesuvius, dopo aver riferito alla direzione internazionale la situazione di Avezzano, dovranno tornare e darci delle spiegazioni”. Gli 83 dipendenti della fonderia, di cui 3 donne e 80 uomini tutti tra i 45 e i 55 anni, hanno atteso con ansia l’esito dell’incontro romano nel quale è stata ribadita la necessità di tornare a produrre le piastre per gli altiforni. La decisione verrà presa giovedì durante un’assemblea convocata dagli stessi lavoratori per decidere dopo 15 giorni di occupazione come agire.
illustrato ai vertici della Vesuvius quali sono le agevolazioni di cui potrebbero usufruire se decidessero di aprire una vertenza per il sito marsicano a partire dalla formazione che, come assicurato da Lolli, potrebbe essere a carico dell’ente. “Non è stato risolto nulla per ora”, ha commentato Augusto Barile, operaio Vesuvius presente al vertice capitolino, “l’azienda si è presa 4 mesi di tempo per capire come agire. Intanto ci siamo riaggiornati al 7 giugno. In quell’occasione i delegati della Vesuvius, dopo aver riferito alla direzione internazionale la situazione di Avezzano, dovranno tornare e darci delle spiegazioni”. Gli 83 dipendenti della fonderia, di cui 3 donne e 80 uomini tutti tra i 45 e i 55 anni, hanno atteso con ansia l’esito dell’incontro romano nel quale è stata ribadita la necessità di tornare a produrre le piastre per gli altiforni. La decisione verrà presa giovedì durante un’assemblea convocata dagli stessi lavoratori per decidere dopo 15 giorni di occupazione come agire.

 
			 
    	 
			







