Avezzano. Il Tribunale di Verona ha accolto l’opposizione del Cam contro il decreto ingiuntivo dell’Acea, relativo alla fornitura di energia elettrica, dichiarando “nullo l’atto di pignoramento”: un salasso da 4milioni400mila euro. Il piccolo Davide marsicano, quindi, ha respinto l’assalto del gigante Golia capitolino, condannato anche a “rifondere al Cam le spese di causa, quantificate in 1.800euro, oltre accessori se dovuti”. La sentenza ha fatto tirare un sospiro di sollievo alla nuova governance del Cam impegnata su più fronti per fare cassa: dare la caccia ai morosi grandi e piccoli, individuare le utenze sommerse e, nel contempo, onorare gradualmente i debiti con i grandi fornitori di energia (già azzerati quelli con i piccoli imprenditori locali). “La sentenza del tribunale di Verona”, affermano i componenti del comitato di gestione del Cam, Paola Attili (Presidente); Giuseppe Venturini (Amministratore delegato); Armando Floris (Consigliere di gestione), “mette un punto fermo importante nella battaglia di salvaguardia della società di gestione attraverso la politica dei piccoli passi. Questa è la strada maestra che abbiamo imboccato per onorare la mission di risanamento dei conti affidataci dai soci che ha mandato in soffitta il vecchio modello gestionale: ogni scorciatoia o atto d’imperio rischia di far saltare il delicato meccanismo messo in piedi nell’ultimo periodo che, seppur lentamente, sta segnando quell’inversione di tendenza necessaria per voltare pagina onorando i debiti e facendo pagare tutti coloro che usufruiscono del servizio idrico”. In quest’ottica il Cam, che ha azzerato il debito con i piccoli imprenditori e ridotto all’osso le spese per consulenze ed esternalizzazioni, ha avviato controlli a tappeto per recuperare le morosità e individuare le utenze sommerse per riequilibrare i conti e onorare il debito con i grandi fornitori di energia elettrica