Tagliacozzo. Preoccupazione per la carenza di chiarezza del nuovo piano sanitario riguardo al centro di eccellenza per la riabilitazione cardiologica e neuromotoria dell’ospedale di Tagliacozzo, struttura di cui la Regione si è sempre vantata. In molti temono che possa diventare soltanto un ospedale di comunità. Una decisione che andrebbe invece a favorire l’ospedale di Popoli. La preoccupazione nasce perché il nuovo strumento sanitario della Regione parla della struttura in provincia di Pescara come di centro regionale per la riabilitazione. Una classificazione che ha sollevato le reazioni di comitati e cittadini marsicani preoccupati per un presunto tentativo di spostare il centro a Popoli e quindi avviare una ulteriore spoliazione della Marsica a danno dell’entroterra abruzzese e a favore della costa. L’ospedale Umberto I alla fine degli anni novanta, per sopravvivere, fu trasformato in Centro di Riabilitazione ma già dal 1984 il primario di cardiologia, Leonello Guarracini, aveva avviato delle relazioni con il Centro di Veruno e con il luminare Luigi Tavazzi. Insieme ai collaboratori del reparto di Tagliacozzo negli anni sono proseguiti le relazioni con l’ospedale di Pavia, con il San Camillo di Roma grazie ai contatti con il professor Giuseppe Messina, e con tanti altri per portare la cittadella della Cardiologia riabilitativa di Tagliacozzo all’attuale livello di eccellenza. Ora l’importante patrimonio di esperienze professionali faticosamente costruito negli anni sembra rischiare un trasferimento sulla costa, o al limite un depotenziamento. La cittadella della Cardiologia riabilitativa di Tagliacozzo, con il suo patrimonio di esperienze professionali, sapientemente e faticosamente costruito negli anni, ha finora resistito all’urto dei barbari. Questa paventata ipotesi, però, potrebbe mettere a rischio la stessa sopravvivenza dell’ospedale marsicano e per questo i sindacati, che stanno acquisendo documentazione più specifica sulla questione, sono sul piede di guerra.