Avezzano. La concessione dei domiciliari al sindaco Di Marco Testa per la vicenda dei presunti appalti pilotati, in ordine ai reati di tentata concussione, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale ha portato alla reazione delle difese. Il primo cittadino ha parlato per diverse ore davanti al giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Avezzano, Maria Proia, contestando le accuse della Procura di Avezzano. In particolare, durante l’interrogatorio di garanzia, assistito dall’avvocato Roberto Verdecchia, ha affermato di “non aver mai preso un centesimo” e di non aver “mai agevolato delle ditte o dei professionisti amici”, aggiungendo che “le accuse del consigliere Alfonso Gargano”, che hanno fatto partire l’inchiesta, “non sono vere”. Nella lettera al prefetto Di Marco Testa ha invece detto che “quando avrò risolto le problematiche giudiziarie da cui sono stato attinto sarà mia cura e interesse avanzare un nuovo interesse per la politica”. Ora la prossima mossa che si tenterà sarà quella del tribunale del riesame. Intanto la difesa ha tirato fuori un dossier in cui vengono riportati tutti gli incarichi affidati dal 2011 a oggi. Si tratta, secondo la difesa, di un documento che elenca oltre quaranta affidamenti a professionisti (vedi foto) di cui all’architetto Tellone sarebbero andati solo due appalti, più altri due che avrebbe preso solo in caso di finanziamenti dello Stato. L’incarico contestato, quello riguardante i lavori al cimitero da un milione di euro, (73mila euro per la progettazione) sarebbe infine andato a un altro professionista. “Forse le accuse di cui qualcuno ha cosparso Di Marco Testa e altre persone sono infondate”, ha dichiarato l’avvocato Verdecchia ai giornalisti all’uscita del carcere dopo l’interrogatorio riferendosi al consigliere, ex assessore, Alfonso Gargano, “forse ci si sta ricredendo su tutto quello che ha detto questo delatore di giustizia e che forse non è poi così tanto vero. Non penso al complotto”, ha aggiunto Verdecchia, “ma ritengo che se qualcuno mi fa pressione nel mese di luglio e agosto non le vado a esternare alla magistratura competente soltanto a un anno e due mesi dalle elezioni. Io sarei andato a esercitarle ben prima, soprattutto visto che ricopre la stessa carica e con una divisa indosso. Molto probabilmente stava pensando e pensa ancora di poter fare il sindaco di Tagliacozzo”. Anche l’avvocato Antonio Milo, legale dell’architetto Carlo Tellone pure lui ai domiciliari, ha chiesto che suo assistito venga ascoltato al più presto dalla magistratura convinto di poter fare chiarezza su ogni aspetto che lo riguarda ritenendosi estraneo alle accuse che gli vengono mosse.