Avezzano. Nella Domenica della Palme, alle 21 si è svolta la XXV edizione della Passione di Cristo sul piazzale della Chiesa di Madonna del Passo di Avezzano. Alla rappresentazione hanno assistito più di 1000 persone e sono stati interpretati, grazie anche all’ausilio di due voci fuori campo per la narrazione, una maschile e una femminile, ben 13 quadri da parte di comparse di età diversa, dai bambini fino agli adulti. La raffigurazione di quest’anno è stata possibile pure grazie alla collaborazione del Parroco, Don Vincenzo De Mario, e l’Associazione Culturale dell’omonima Parrocchia “Madonna del Passo”, nella persona del Presidente A. Lamorgese. A loro va il nostro ringraziamento per la disponibilità e le capacità messe a disposizione nella realizzazione del progetto, così come è doveroso ringraziare tutti coloro che hanno partecipato come attori e attrici, mettendo al servizio di tutti il loro tempo, la loro voglia di mettersi in gioco e soprattutto la cura nell’aver recitato con così tanta passione. Un ringraziamento speciale al regista, nostro amico, e moderatore di tutta la rappresentazione, sia per la pazienza e l’ardore con cui ha portato avanti nei mesi precedenti la preparazione dell’evento e sia per il sostegno e la fiducia sempre infusa con gioia a tutte le comparse e i collaboratori, Danilo Mandato. Al di là degli aspetti tecnici, raccontarvi quello che è accaduto a livello emotivo e partecipativo non è affatto semplice, soprattutto considerando che chi scrive ha preso parte con gioia a questa riproduzione e l’entusiasmo con cui ho vissuto il tutto è ancora presente in modo visibile. Non si è trattata di una semplice rievocazione storica, come si potrebbe pensare superficialmente, ma piuttosto di vera e metaforica spettacolarizzazione dello straziante dolore del Cristo. Egli, si fa uomo per noi, e morendo, ci salva dalla nostra inettitudine e dalla nostra meschinità, per restituirci la Vita, per riscattarci dalle nostre ambiguità e dalle nostre colpe, per donarci il senso più autentico e puro dei nostri giorni attraverso il perdono, l’amore fraterno, l’importanza della gratitudine, la partecipazione comunitaria, l’umiltà dei gesti e del servire l’altro per elevarci a sentimenti più nobili e meno egoistici.
La nostra terra è letteralmente bagnata delle lacrime del sangue di Cristo e la sua sofferenza si fa estrema sulla Croce, affinché noi possiamo comprendere il valore del sacrificio e del morire, simbolicamente, per il prossimo. La Passione rivive nelle nostre strade tutti i giorni, perché ogni volta che trattiamo le persone accanto a noi con disprezzo, calunniandole e violentandole psicologicamente e fisicamente, Gesù muore sulla Croce; ogni volta che ci voltiamo dall’altra parte per non essere “costretti” ad aiutare chi ha bisogno del nostro conforto e del nostro ascolto, Gesù muore sulla Croce; ogni volta che scegliamo il cinismo, l’apparire ad ogni costo o il disinteresse verso le necessità altrui, Gesù muore in Croce e le atrocità che Lui ha vissuto, rivivono nei nostri gesti e nelle nostre scelte. Perciò, parlare oggi della Passione del Cristo e rievocarla attraverso manifestazioni di questo genere, non soltanto è estremamente attuale ma ci costringe inevitabilmente ad una riflessione collettiva sul senso del vivere e dell’essere.