Tagliacozzo. L’aria politica di Tagliacozzo continua a essere tesa. Continuano a verificarsi spiacevoli dinamiche nella città e a fungere da bersaglio, ancora una volta, è il sindaco Maurizio Di Marco Testa. Dopo il presunto attentato incendiario o presunto “misfatto” accidentale, caduto “magicamente” in silenzio stampa da più di un mese, sembra che il primo cittadino sia stato vittima di alcuni volantini anonimi contro il suo operato e la sua persona. “Voglio il confronto a viso aperto a questa mutilazione della Democrazia”, scrive su facebook il sindaco e poi nel suo comunicato stampa, rivolgendosi agli anonimi, “Quando avrete il coraggio di farvi vedere in faccia? Di combattere ad armi pari e non dietro il velo mediocre dell’anonimato?, traspare un tono indignato, «Forse siete dei codardi, dei vigliacchi e delle persone che preferiscono occultarsi, gettando il sasso per poi nascondere la mano senza alcuna vergogna”, continua, “mi domando, Tagliacozzo si sta veramente riducendo, per colpa dei cosiddetti ‘Anonimi’, ad un basso posto da Far West? Non posso pensare che il solo interesse politico arrivi a tanto. Nella memoria collettiva del mio Comune, non è mai accaduto tanto imbarbarimento della società; se mai qualcuno pensasse di conquistare, in questo barbaro modo, gli scranni più alti del Consiglio comunale, io lo giudico non degno di sedere in aula come rappresentante del popolo”.
La ricostruzione. “Il blitz”. Nell’ottobre scorso, i carabinieri di Avezzano e di Tagliacozzo, sotto comando della Procura della Repubblica di Avezzano, avevano sequestrato numerosi fascicoli e documenti comunali prendendo di mira alcuni incarichi per lavori che il Comune avrebbe affidato a privati, ma anche alcuni eventi finanziati da enti pubblici. In merito all’analisi dei documenti, si era aperta un’inchiesta nella quale il sindaco, dei tecnici comunali e dei professionisti erano stati scritti sul registro degli indagati. Ovviamente, ancora nessuna novità in merito.
Auto a fuoco. Nella notte tra il 11 e il 12 febbraio, le tre auto di proprietà Di Marco Testa, hanno preso a fuoco fuori la sua abitazione. Alta tensione in città. Per giorni si è parlato quasi certamente di un attentato incendiario.
Solidarietà al sindaco, manifestazioni di protesta, ma l’ipotesi di dolo è stata frenata fortemente per mano dello stesso procuratore, Andrea Palladino che rimembrava a stampa, istituzioni e cittadini il fatto che non fosse stato trovato ancora nessun elemento che lasciasse pensare ad un attentato. Dal 16 febbraio, le auto del sindaco sono in mano alle squadre speciali, guidate dal tecnico Cristian Ruggeri per accertare scientificamente la dinamica dell’incendio. Da più di un mese, nessuna novità.
I volantini. La passata domenica, sono apparsi dei volantini anonimi contro Di Marco Testa, contro la sua presunta ricandidatura e contro la sua amministrazione. Anche questi anonimi. e sembrano essere stati proprio questi la goccia che abbia fatto trabboccare il vaso al silenzio del sindaco che dichiara “Qualche sospetto in merito agli episodi accaduti penso di averlo, ma occorrono delle prove certe per fare dei nomi certi; servono, perciò, degli elementi inoppugnabili alla base”. L’episodio dei volantini non è un caso isolato, come dice lo stesso sindaco. In questi anni, segnati dalla maggioranza di MarcoTesta, sono comparsi nei primi periodi dei volantini contro l’operato della sua amministrazione in relazione alla nomina degli scrutatori, altri nel corso del tempo sono stati appesi pubblicamente contro la gestione di Marsia, altri ancora, di più lieve entità, contro l’amminastrazione della pista ciclabile.
I “manifestini”. Tuttavia non sono finiti. Altri volantini sono apparsi in giro per la città. Sono di quest’estate. In giro per piazza, panchine e locali erano apparsi dei manifesti di protesta, per dirlo alla leggera, contro i ladri stranieri che si erano resi “protagonisti” della città. Anche quelli anonimi, ma in quel caso le parole del sindaco furono altre, furono parole di difesa per gli autori anonimi dell’atto: “I manifestini sono la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché la gente di Tagliacozzo è stufa di sentirsi violentare la propria intimità con questi furti. Conoscendo la mia gente, sono sicuro che si è trattato di un episodio dovuto a momenti di rabbia” (da Marsicalive, 15 giugno 2015).
Vicende completamente diverse, dove però sembrano trasparire da un lato, il nobile ideale del sindaco di difendere la propria cittadinanza, dall’altro una sua latente forma di espressione politica e istituzionale che dovrebbe sempre allontanare gli atti intimidatori e di violenza.
Ad oggi, sicuramente la situazione che sta affrontando il primo cittadino di Tagliacozzo è molto delicata e le coliche dello scorso ricovero potrebbero essere il risultato della tensione accumulata. Il tutto alla vigilia delle prossime elezioni di giugno, nelle quali Di Marco Testa sembra deciso a formare una nuova squadra per concorrere alla maggioranza. Il suo sfogo appare più che legittimo agli occhi dei cittadini. Continuano le indagini da parte della Procura e delle forze dell’ordine. Restano tuttavia aperti numerosi interrogativi: in primis, sull’atto incendiario, avvolto ancora nel mistero e caduto in silenzio stampa da un mese. E poi, quanto altro tempo ci vorrà per stabilire se gli indagati debbano essere prosciolti da ogni accusa o debbano diventare imputati? Raffaele Castiglione Morelli