Tagliacozzo. Otto corpi trasferiti dal cimitero senza avvisare parenti e autorità. Ora i familiari chiedono il test del Dna per fare luce su quanto accaduto nel 2010 al cimitero di Tremonti, frazione di Tagliacozzo. E’ stata infatti presentato un esposto alla Procura di Avezzano e al Prefetto dell’Aquila, oltre che al Comune. I fatti risalgono al marzo 2010 quando ci fu una frana che interessò il cimitero del piccolo paese di montagna. L’ufficio tecnico comunale si attivò appena venuto a conoscenza del problema. I sopralluoghi evidenziarono il crollo del muro di cinta del cimitero con danni a due tombe, tra cui una cappella gentilizia con una lesione sul tetto. In quella occasione, qualche settimana dopo, vennero eseguite delle traslazioni di alcuni resti umani su cui restano molti dubbi e perplessità. “Cosa è accaduto quel lontano 2010 senza che la popolazione di Tremonti fosse al corrente di nulla”, si chiede il cavalier Egidio D’Andrea, nipote di uno dei defunti portati via dal cimitero, “quale autorità comunale, quale responsabile sanitario erano presenti a quelle operazioni che assurde che sconvolgono la coscienza?”. Dopo dieci raccomandante all’allora sindaco Dino Rossi era arrivata una risposta in cui si annunciava che “si stava procedendo a ogni accertamento in merito”. “Fino a ora”, spiega D’Andrea, ho avuto solo risposte evasive e generiche”. Delle otto salme ora non ci sono informazioni. Sarebbero conservate al cimitero di Tagliacozzo ma nessuno sa a chi appartengano veramente visto che nessuno, secondo D’Andrea e gli altri familiari, avrebbe assistito al trasferimento. Per questo è stato chiesto il test del Dna sui resti degli 8 corpi”.