Avezzano. Non c’è stato nulla da fare per la squadra dei commercialisti di Avezzano. Nel campionato di calcio amatoriale, il team è stato sconfitto per 2 a 0 a Senigallia contro i colleghi dell’Ancona. Nel match giocato senza pubblico, sembra essere avvenuto uno spiacevole episodio nel finale, che ha visto un cartellino rosso per il portiere abruzzese a seguito di un fallo commesso a gioco fermo contro un attaccante che tentava un pallonetto a cucchiaio di derisione. L’estremo difensore, C.V., di Tagliacozzo, non sembra aver accettato positivamente la decisione dell’arbitro contro il quale ha protestato anche di una presunta aggressione all’arbitro ventenne. Nonostante fosse stato fischiato il fuorigioco, un attaccante dell’Ancona ha continuato a giocare tentando un cucchiaio contro l’estremo difensore, che uscito dalla porta si è scontrato con l’avversario. Nel contrasto, entrambi sono caduti sul campo e si sono rialzati dopo pochi minuti, ma per l’arbitro non c’è stato dubbio: cartellino rosso per il portiere, che si è avvicinato contro il giovane fischietto manifestando il suo scontento e colpendolo con la mano. “Sono state narrate diverse cronache della partita, ma mi sembra che si esca troppo della realtà parlando di rissa e aggressione all’arbitro”, esordisce il portiere, “se proprio si vuole essere precisi, a gioco fermo, ci sarebbe dovuta essere un’ammonizione per entrambi”, afferma, “sono uscito con la gamba alzata per difendermi mentre l’avversario calciava. Lo scontro era inevitabile. L’arbitro ha deciso di espellere solo me, minacciando anche di sospendere la partita, se non fossi uscito immediatamente”, continua, “avevo ancora i guantoni messi quando mi ci sono avvicinato all’arbitro e per gioco gli ho toccato la testa, non avevo neanche il tatto adatto per potergli tirare uno schiaffo, come emerge in altri racconti”, aggiunge l’estremo difensore, “addirittura a fine partita ci siamo ci siamo incontrati fuori lo stadio senza che nulla accadesse”. In conclusione spiega, “il nostro è un campionato amatoriale, senza pubblico e spesso lasciamo correre per il gioco, mentre in questo match, l’arbitro, giovane e federale, ha mirato ad un fischietto molto fiscale, rendendo molto pesante la partita. Giochiamo per divertirci e la sera ci godiamo insieme una cena di squadra, per staccare anche dalla pesantezza del lavoro. L’arbitro, forse per gioventù, sembrava volersi mettere in mostra ed il mio gesto, mal interpretato, era un semplice monito, assolutamente non violento, per fargli comprendere che il nostro era divertimento e non serviva mettersi in mostra in quelle occasioni”. r.c.m.