Avezzano. Maxi risarcimento per ingiusta detenzione per l’autotrasportatore cinquantatreenne che nel 2007 venne ingiustamente accusato del reato di detenzione ai fini di spaccio internazionale di sostanze stupefacenti. L’intera vicenda prende le mosse da una comunicazione della Polizia Francese con la quale veniva segnalato un Tir che trasportava in Italia ben 44 KG. di sostanza stupefacente del tipo “cocaina”.A seguito di tale segnalazione la Procura dell’Aquila disponeva delle intercettazioni telefoniche grazie alle quali si era risaliti ad una organizzazione dedita al traffico di droga. Nelle comunicazioni intercettate, tra i diversi nominativi emersi vi sarebbe stato anche quello di Antonio Francesco Di Nicola, autotrasportatore di San Benedetto. I fatti che avrebbero coinvolto il Di Nicola risalgono al giugno 2005, anno in cui, secondo l’accusa, l’autotrasportatore in concorso con altre persone avrebbe intrapreso una attività di importazione di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti, precisamente 22 chili di cocaina. Secondo la ricostruzione del P.M. il trasporto sarebbe stato organizzato da un uomo italiano, il quale oltre ad aver provveduto al reperimento della sostanza dalla Spagna, si sarebbe, altresì, avvalso della collaborazione di due autotrasportatori, uno dei quali sarebbe stato proprio il Di Nicola. Durante il viaggio il camion sarebbe stato preceduto da due autovetture che fungevano da “vedetta”, il cui compito era, per l’appunto, quello di segnalare l’eventuale presenza di forze dell’ordine lungo il tragitto. Questa vicenda ricostruita attraverso una errata interpretazione delle intercettazioni telefoniche e riportata nel capo d’imputazione così coma formulato dal P.M ha portato dapprima il Gip del Tribunale dell’Aquila a disporre gli arresti domiciliari e successivamente il Gip del Tribunale di Roma, al quale erano stati trasmessi per competenza gli atti, a disporre la misura cautelare della custodia in carcere, eseguita in data 12.11.2007 e revocata dopo 7 mesi, ovvero il giorno 07.07.2008. Nel corso del processo svoltosi dinanzi il Tribunale di Roma con rito abbreviato il Sig. Di Nicola, assistito dall’Avv. Roberto Verdecchia e dall’Avv. Sara Capoccetti, è riuscito a dimostrare la propria completa estraneità ai fatti contestati. Ed in particolare, dimostrando che le utenze intercettate non erano riferibile al Di Nicola e rilevando che tutti gli altri coimputati escludevano un qualche coinvolgimento del Di Nicola nel trasporto della sostanza, la difesa dell’autotrasportatore di San Benedetto è riuscita ad ottenere una sentenza di assoluzione da parte del Gup di Roma con formula piena “perché il fatto non sussiste”. In seguito a tale sentenza assolutoria il Di Nicola ed i suoi avvocati hanno instaurato un procedimento di riparazione per ingiusta detenzione dinanzi la Corte d’Appello di Roma, la quale ultima ha inteso riconoscere un indennizzo al Sig. Di Nicola per i danni ed i pregiudizi subiti a causa di un’accusa totalmente infondata. Indennizzo posto a carico del Ministero delle Finanze, finalizzato a riparare i 15 giorni di arresti domiciliari ed in particolare i sette (7) mesi di detenzione in carcere sofferti ingiustamente. Provvedimento che ricalca un caso analogo quello della Corte di Appello di Milano, ove ad un medico per similari circostanze e per un periodo di detenzione leggermente più ampio è stata riconosciuta una somma simile.