Avezzano. In quel tratto di strada, proprio davanti ai cancelli del centro spaziale del Fucino, Telespazio, un altare per la celebrazione eucasritica ha ricordato la presenza di di Dio sul luogo della tragedia. Alle spalle dei sacerdoti , sulla Cintarella, nel Fucino, dove persero la vita Marco Di Nicola (51) di Antrosano e Alessandro Giancarli (23) di Capsitrello, da allora non è cambiato nulla. Non ci sono guardrail ma solo un canale irriguo pieno di acqua gelida. Un vero pericolo. Don Aldo Antonelli ieri mattina ha lanciato un appello alle istituzioni. Ha chiesto che i soldi stanziati per la messa in sicurezza vengano impiegati. “A volte le persone rischiano di diventate macchine”, ha affermato il sacerdote, “ma tocca restituire un’anima a questo mondo. Spesso accadono cose inaspettate, negative, che chiamiamo disgrazie. Spesso ne accadono di positive. Ma, al contrario, è il registro della normalità che non regge e che è una finzione. Nella vita sono tanti gli agenti che influiscono. Il punto è se siamo solo ricettori di queste influenze o se vogliamo diventare dei proiettori attivi. Quando su parla di colpe”, ha sottolineato durante l’omelia, “dobbiamo pensare anche a noi che spesso siamo responsabili delle disgrazie di cui ci lamentiamo. La politica è uno di questo agenti che influiscono. Per questa strada”, ha chiarito, “sono stati stanziati 980mila euro: ma dove stanno, perché stanno fermi? In tempo di funerali fioriscono le belle promesse, poi passa un po’ di tempo e c’è una latitanza spaventosa. In fondo”, ha concluso il sacerdote davanti ai dipendenti, “fa più vittime certa burocrazia che una guerra civile e in questo caso è una burocrazia che tiene fermi 980mila euro. Cosa stanno aspettando che accada un’altra disgrazia?”.