Trasacco. La soprintendente fa staccare le formelle dal portale della basilica dei Santi Cesidio e Rufino e don Francesco Grassi scrive al ministro Franceschini. Una cronistoria di un’installazione e disinstallazione della porta Santa per il Giubileo della Misericordia nella Basilica di Trasacco è stata inviata dal sacerdote a Dario Franceschini al fine di informarlo di quanto accaduto. “E’ con animo rammaricato che mi permetto di rivolgermi alla Sua Persona come Parroco di una comunità di circa cinquemila persone nell’entroterra dell’Abruzzo montano”, ha raccontato il sacerdote nella lettera, “a seguito dell’indizione dell’Anno Santo Straordinario da parte di Papa Francesco, con la Bolla “Misericordiae Vultus” che permetteva la designazione di porte sante, oltre che nella città di Roma, anche nelle diverse Diocesi del mondo, il Vescovo dei Marsi Mons. Pietro Santoro dava il privilegio alla Basilica dei S.S. Cesidio e Rufino in Trasacco di avere una Porta Santa. Il Documento Pontificio cita testualmente: “………stabilisco che in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia. A scelta dell’Ordinario, essa potrà essere aperta anche nei Santuari, mete di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione. Ogni Chiesa particolare, quindi, sarà direttamente coinvolta a vivere questo Anno Santo come un momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale. Il Giubileo, pertanto, sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa”. Il sottoscritto si è immediatamente attivato, richiedendo regolare Nulla osta presso la Soprintendenza, per dotare uno degli ingressi principali della Basilica di artistiche formelle in bronzo da apporre su supporto ligneo, nella consapevolezza e convinzione che “Per trasmettere il messaggio affidatole da Cristo, la Chiesa ha bisogno dell’arte. Essa deve infatti rendere percettibile e, anzi, per quanto possibile, affascinante il mondo dello spirito, dell’invisibile, di Dio” così come si esprimeva Giovanni Paolo II nella sua Lettera agli Artisti.
L’importanza delle Arti nel contesto ecclesiale, in quanto beni comunicativi culturali e simbolici, stanno alla base del progetto pastorale in una Comunità; per dirla ancora con Giovanni Paolo II: “la strada che la Chiesa deve percorrere è l’uomo”. L’arte cristiana, infatti, nelle varie manifestazioni storiche, etniche e culturali che essa ha conosciuto, celebra l’Uomo-Dio Gesù Cristo, narra la sua vita, la vita di sua madre Maria e quella dei suoi seguaci i santi. È quanto si è voluto rappresentare nelle formelle bronzee per la Porta Santa di Trasacco evidenziando i temi della Misericordia secondo il tema dell’anno giubilare.
La funzione delle opere d’arte a servizio della Chiesa è normalmente collegata alla liturgia e il passaggio attraverso la Porta Santa decorata con opere artistiche che richiamano le opere di misericordia corporale e spirituale, aiutano il fedele nella comprensione del Mistero. Quel Mistero sperimentato lo scorso 10 gennaio 2016, da migliaia di fedeli della Parrocchia di Trasacco e della Diocesi dei Marsi, ora non sarà più sperimentabile a causa dell’ordine di rimozione che la Soprintendente Anna Maria Picchione ha imposto per le formelle bronzee che erano state applicate sull’esistente porta di legno realizzata negli anni Sessanta. L’Anno Santo si chiuderà il 20 novembre di quest’anno ma, al posto delle ante artisticamente decorate aperte il 10 gennaio, ci saranno due semplici ante lignee degli anni Sessanta. A nulla sono valsi gli appelli dello scrivente sulla natura reversibile dell’intervento; sulla non invasività del manufatto storico; sulla compatibilità di porte bronzee inserite in portali romanici simili a quello della nostra Basilica. A nulla è valsa la volontà e la richiesta della Chiesa locale per mano del Vicario Generale, e poi del Sindaco di Trasacco di mantenere le ante con formelle per tutta la durata dell’anno giubilare poiché nei giorni scorsi è pervenuto l’ordine perentorio, quasi da “stato di polizia”, di rimuovere tassativamente le formelle dando addirittura termini temporali di 48 ore con successivo sopralluogo della funzionaria che, puntuale, si è presentata per l’accertamento della rimozione.
Onorevole Signor Ministro, mi pongo i seguenti interrogativi: fino a che punto può spingersi la decisione di una Soprintendente laddove le esigenze liturgiche, supportate da rappresentazioni artistiche, dovrebbero essere prioritarie e non considerare la chiesa un museo? Con quali criteri viene giudicata un’opera d’arte sacra e la sua compatibilità con uno spazio liturgico? Per quale motivo esistono due pesi e due misure nell’approvazione di portali bronzei, già eseguiti in Diocesi, con regolari nulla osta rilasciati dalla precedente Soprintendente? Mi appello alla Sua autorità per cercare una strada che possa condurre al ri-posizionamento delle formelle, nella convinzione che le opere in argomento: corrispondono a criteri liturgici e artistici; rispettano il manufatto storico con evidente riconoscibilità dell’intervento contemporaneo all’interno di un portale antico; sono completamente reversibili essendo le ante di una porta l’elemento principalmente rimovibile di un edificio. Con l’auspicio che la presente possa portare a una soluzione positiva della vicenda, colgo l’occasione per confermarmi con sensi di profonda stima”.