Avezzano. L’entrata a regime dei piani di Zona relativi alle annualità 2011/2013 ha messo in ginocchio il mondo dell’assistenza. Oltre il 60 per cento dei fondi destinati al sociale sono stati tagliati dalla Regione con il conseguente ridimensionamento dei servizi. “A partire dal primo luglio”, hanno precisato i responsabili dell’Anffas, “tutte le persone diversamente abili dei comprensori della “Comunità Montagna Marsicana” (33 comuni), come stabilito dal Piano Sociale Regionale, per poter usufruire del servizio dei Centri Diurni dovranno compartecipare alla spesa necessaria al mantenimento dei servizi dislocati nei vari ambiti sociali come a suo tempo stabilito dalla Legge 328 del 2000 con una somma di circa 100 euro al mese”. A metà mese di luglio, in seguito alle comunicazioni date alle famiglie relative a tale compartecipazione, diverse di esse hanno deciso di ritirare dai Centri Diurni i loro familiari disabili perché impossibilitati a versare la quota ad essa spettante in quanto in situazione di indigenza o comunque a causa di ristrettezze economiche. “Tale rinuncia”, hanno continuato i tecnici dell’Anffas, “creerà grande disorientamento e disagio alle persone disabili, abituate da anni a una vita sociale e ancora una volta senso di solitudine e impotenza alle loro famiglie che purtroppo cominceranno a considerare l’eventuale possibilità di ricoverare, a carico della ASL, i loro familiari”. L’ Associazione Anffas Onlus di Avezzano denuncia quindi la grave violazione della Convenzione ONU sui diritti umani delle persone con disabilità, in un paese civile quale dovrebbe essere l’Italia.