Alla fine del XVI secolo nella Marsica, così come nel resto del centro-sud Italia, esplose il fenomeno del brigantaggio. Le nostre intricate montagne diedero riparo a numerosi briganti: Marco Sciarra, Scarpaleggia, ma forse, il più famoso, resta Berardino Viola, quello che verrà ricordato come “il brigante cafone”. Per tre secoli questi banditi rapinarono tutti coloro che erano costretti a passare lungo le sponde del lago, ma soprattutto, quasi a voler imitare il celebre Robin Hood, i rappresentanti della nobiltà, dell’alta borghesia e i grandi proprietari terrieri. Eppure nel 1798, quando i francesi stavano per invadere il regno di Napoli, i briganti Marsicani si resero indispensabili confermando di essere ancora quel popolo indomito e difficilmente sottomettibile. Con la stessa tenacia dei loro avi, infatti, si schierarono a difesa del regno; si aggregarono alle bande di Fra Diavolo, di Gaetano Mammone e Giovanni Salomone e permisero così al Re Ferdinando IV di far ritorno a Napoli. I francesi, combattendo verso quegli audaci uomini, riferendosi all’enorme lago Fucino coniarono il detto: “Plus jamais à la petite mer” – “mai più al piccolo mare”. Il neo nascente regno delle due Sicilie, come ringraziamento, innalzò la Marsica a terza provincia del regno dopo quella di Napoli e della Campania.
(un ringraziamento speciale ad Attilio Francesco Santellocco, autore di “Marsi: storia e leggenda”)