Avezzano. “Vedo-penso-scrivo” è il titolo di un libricino della prima classe elementare ritrovato tra le macerie di Cese dopo il terremoto del 1915. A recuperarlo e salvarlo fu Nazario Sauro, il patriota d’origine istriana che fu protagonista – assieme alla propria squadra di soccorso – dell’immediato post-terremoto nella Marsica ed in particolar modo a Cese. Quel libricino diventò per lui il simbolo di casa, degli affetti da cui si era staccato per correre in aiuto di popoli che non conosceva, ma a cui si sentiva già legato da quel profondissimo sentimento che è la pietas umana. E quello stesso libricino è tornato a Cese, un secolo dopo, per mano di un nipote di Nazario Sauro, Romano, che assieme al figlio Francesco ha ricostruito la vicenda umana dell’eroe nazionale in un libro dal titolo semplice quanto significativo: “Nazario Sauro. Storia di un marinaio” (La Musa Talìa Editrice – 2013). La presenza di Sauro in terra cesense, e marsicana in generale, è legata ad un momento storico estremamente complesso, ossia quello che precede l’intervento dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Lui, istriano e dunque “straniero”, che si donò totalmente per gli italiani e per la Nazione in nome di un patriottismo innato e “naturale”. A Cese, tra le altre cose, Nazario Sauro fece costruire anche le prime baracche da rifugio, dando loro il nome delle terre irredente da cui anch’egli proveniva. Dinanzi a quelle baracche, raccontano gli stessi soccorritori, fu intonato e condiviso l’inno di Mameli, quasi potesse essere considerato quello, il momento primo di un’unità nazionale complessa e dolorosa. Da lì a poco, infatti, la guerra avrebbe sconvolto i legami e la vita quotidiana che qui, nella Marsica, cercava faticosamente di tornare in superficie dopo il primo, devastante sconvolgimento del terremoto. Tutta questa storia, con testimonianze visive e verbali, sarà raccontata e discussa a Cese domani nel corso di un incontro voluto dalla Pro Loco locale per chiudere le celebrazioni del centenario del terremoto e dare spazio al racconto di Romano Sauro, testimone e amico del popolo cesense. Con lui Giovanbattista Pitoni, presidente dell’Istituzione Centenario del terremoto, il consigliere comunale Emilio Cipollone e il ricercatore locale Osvaldo Cipollone. “Dal terremoto alla Grande Guerra”, lungo il tragitto della memoria che inevitabilmente parla di uomini e umanità; e un secolo dopo, ce n’è un gran bisogno.