Avezzano. Mancano ormai meno di sessanta ore all’inizio del nuovo anno e come da tradizione, oltre la gettonata domanda del “cosa fai la sera del 31?”, si alza in anticipo la polvere dei fuochi d’artificio nelle sedi comunali, discutendo sul si o no del loro utilizzo. Nella città di Avezzano, il sindaco Giovanni Di Pangrazio comunica di aver firmato l’ordinanza che vieta di sparare botti anche a mezzo di giochi pirotecnici di libera vendita, in qualsiasi luogo abitato o nelle sue adiacenze, generando detonazioni d’un colpo e con esse rumori molesti capaci di arrecare disturbo acustico a persone e animali. “Dovremmo affidarci al buon senso delle persone”, ha dichiarato il primo cittadino, “ma troppo spesso leggiamo di episodi dove petardi e fuochi d’artificio diventano delle vere e proprie armi in mano a gente spudorata, specie in questi giorni di festa”, spiega il sindaco, “le esplosioni dei colpi creano inoltre inutili sofferenze agli animali che per natura hanno un udito molto più sensibile rispetto a quello umano. Un provvedimento che sento più mai giusto e che risponde alle richieste di molti cittadini sensibili sulla questione”, conclude, “siamo quindi felici di unirci ai tanti comuni italiani che da nord a sud, hanno deciso di schierarsi a favore della tutela della quiete pubblica e del benessere degli animali”. L’ordinanza è immediatamente valida e avrà effetto fino al 6 gennaio 2016 compreso e la relativa violazione comporta una sanzione pecuniaria dai 25 ai 500 euro, ai sensi dell’art. 7-bis del D.Lgs 267/2000.
Tagliacozzo. Differente “destino” per la cittadina di Tagliacozzo. Nonostante i continui richiami di abitanti, gruppi animalisti e persino del gruppo civico formato dall’assessore alla cultura Gabriele Venturini, dai consiglieri di maggioranza, Maria Antenucci e Antonio Stipano con l’aggiunta del consigliere di minoranza Vincenzo Montelisciani, il sindaco Maurizio di Marcotesta non ha firmato l’ordinanza di divieto ai botti, dichiarando fiducioso nel regolamento già vigente “esiste già un regolamento che disciplina l’utilizzo dei fuochi d’artificio, in vigore dal 2000, approvato dall’allora consiglio comunale”, afferma il sindaco, “in base a questo, solo con l’autorizzazione del primo cittadino è possibile usufruire dei fuochi d’artificio negli spazi pubblici”, conclude brevemente, “non è un’ordinanza a dover dar valore alla costituzione, ma siamo noi con le nostre mani, le nostre menti e le nostre azioni a dar valore e forza a questo tipo di regolamenti, ma soprattutto al buon senso civico”. Non sono dello stesso pensiero i componenti del gruppo civico che hanno sottofirmato e presentato questa mattina sulla scrivania del sindaco, la richiesta di emanare l’ordinanza che vieti fuochi artificiali pericolosi e di disturbo acustico al pubblico. Il gruppo si è presentato anche presso le sedi dell’arma dei carabinieri e della polizia urbana, per trovare un eventuale sussidio nell’applicare forme di controllo nei giorni a ridosso della festa di capodanno, sino al 3 gennaio. “Ho ascoltato attentamente le richieste che ho ricevuto in questo periodo”, afferma l’assessore Venturini, “e abbiamo deciso di presentare la richiesta scritta per tutelare la sensibilità degli animali, e per mantenere un ordine pubblico di sicurezza, come anche nelle altre città d’Italia”, spiega, “il regolamento citato dal sindaco non è sufficiente in questo periodo di festa, basti osservare che pur essendo in vigore da più di dieci anni, non ha mai portato grossi risultati. Inoltre, tale regolamento non vieta in alcun modo di sparare petardi commerciali, altrimenti gli esercenti chiederebbero un visto o una speciale autorizzazione a coloro che vogliono acquistare botti e petardi. Ma non è così. Il regolamento vale per i fuochi pirotecnici di feste patronali, dei tradizionali falò del mese di maggio”, conclude Venturini, “concludo raccontando che ieri pomeriggio, passeggiando per la piazza, ho notato come alcuni bambini minorenni si dilettassero a mandare in aria fuochi abbastanza pericolosi, come petardi, piccole batterie, e piccole bombe abbastanza rumorose. La cosa che mi sconvolge non è tanto il gesto dei bambini, quanto la possibilità che ci siano persone che vendano simili oggetti pericolosi a ragazzini di poco più di dieci anni”. Purtroppo nella realtà pratica, effettivamente il regolamento non ha avuto molto valore negli anni precedenti, ed un’ordinanza potrebbe essere necessaria, o perlomeno rafforzativa. Scoppia nel frattempo la polemica sul post del sindaco Di Marcotesta su facebook, dove il primo cittadino ha mostrato a tutti la sua decisione e la fiducia sul buon senso dei cittadini, pubblicando la sua foto con il suo cane, il quale forse se sapesse scrivere, protesterebbe per primo. Raffaele Castiglione Morelli