Avezzano. Chiude definitivamente Neurochirurgia, vengono aboliti i posti letto di Oncologia e accorpati nove reparti per carenza di personale. E’ la drammatica situazione all’ospedale di Avezzano dove i tagli sembrano non finire mai. Ora l’ospedale rischia il tracollo. Si sommano infatti i tagli disposti dal Commissario alla Sanità Gianni Chiodi e quelli dovuti alla cronica carenza di personale. Il reparto di Oncologia si ritroverà a svolgere turni diurni, dalle 8 alle 20, una sorta di servizio ambulatoriale. L’unità di Oncologia si occupa principalmente di sedute di chemioterapia con appuntamenti programmati, ma da oggi, senza più posti letto, le urgenze potranno essere svolte utilizzando due posti presi in prestito da geriatria. Si mortifica così un reparto che svolge un servizio di grande importanza per i pazienti, che fa fronte a un carico di lavoro esorbitante. La carenza di personale e l’inizio delle ferie sono stati accorpati cinque reparti dell’ospedale che vanno ad aggiungersi ai quattro che già hanno subito una fusione negli anni passati e alla fine dell’estate non sono più stati divisi. Si tratta di Urologia, che dal secondo piano si sposta al quarto insieme a Otorinolaringoiatra e di Ortopedia 2, neurologia e neurologia lungo degenza che finiscono tutte al secondo piano all’interno del reparto di Neurochirurgia, sempre a causa della carenza di personale infermieristico. In passato avevano subito la stessa sorte i reparti di chirurgia e medicina generale uomini e donne. Si era parlato di accorpamenti provvisori, dovuti alla richiesta di ferie del personale infermieristico. Alla fine dell’estate, però, tutto è rimasto così. Dopo l’interruzione dell’attività operativa trasferita all’aquila, ora con un ordine di servizio, anche i sei posti letto per i ricoveri, ancora attivi, sono stati cancellati.Sulla questione è intervenuta la Cgil che parla di «un grosso danno per la Marsica». «I provvedimenti che riguardano Oncologia e Neurochirurgia», afferma Antonio Conte, membro comitato degli iscritti della Cgil, «rischia di creare problemi a un territorio vasto come quello marsicano e con un’utenza proporzionalmente superiore a quella di altri territorio abruzzesi. Basti pensare che il pronto soccorso di Avezzano ha un numero di prestazioni che è quasi il doppio di città come L’Aquila. I tagli all’ospedale costringono in tal modo a i pazienti a trasferirsi in altre città, in ospedali abruzzesi che rischiano addirittura di non poter soddisfare la domanda dei cittadini marsicani». Ora la struttura ospedaliera rischia di mettere i pazienti davanti a nuovi disagi.