Tagliacozzo. Dibattito politico in sede ecclesiale nella cittadina di Tagliacozzo, ieri pomeriggio. Il vice presidente del consiglio regionale Paolo Gatti, l’assessore al lavoro della regione Andrea Gerosolimo e l’onorevole Tommaso Ginoble si sono incontrati alle 17 nel convento della chiesa di San Francesco, all’interno della sala del Capitolo. L’evento è stato organizzato dal gruppo consiliare civico del comune di Tagliacozzo, composto da Maria Antenucci, Antonio Stipano e l’assessore alla cultura Gabriele Venturini, per discutere riguardo il nuovo disegno di legge elettorale regionale proposto dal presidente Luciano D’Alfonso, in previsione della formazione di unico collegio elettorale per l’intera regione Abruzzo. A moderare l’incontro, il giovane tagliacozzano, Marco Montelisciani.
Il vice presidente Gatti ha espresso sinteticamente i punti essenziali della riforma: “Attualmente nulla è certo, ma il disegno promosso dal presidente di giunta regionale prevede la formazione di unico collegio elettorale per tutto l’Abruzzo”, afferma Gatti, “mi ritrovo un po’ dubbioso, per vari motivi: prima di tutto si tenderebbe a sprovincializzare il voto, a svantaggio degli elettori che non potrebbero esprimere preferenza verso chi non conoscono. In secondo luogo, la formazione di un unico collegio determinerebbe dei costi molto alti per la campagna elettorale e i candidati diverrebbero sempre più selettivi in base alla potenzialità di investimento; per cui non è detto che prevalgano i migliori”, aggiunge infine, “ricordo, inoltre, che in Italia la sentenza della corte costituzionale del 2005, in vigore sino a poco tempo fa, è stata dichiara incostituzionale solo di recente, dopo ben tre votazioni contrarie alla legge di questo Paese”, conclude Gatti, “in questo momento, dove inoltre prevale una forte astensione dal voto, si dovrebbe evitare assolutamente di svalutare il voto dei cittadini nel criterio di preferenza. Il presidente D’Alfonso dovrebbe aprire ponti di dialogo con la minoranza, ma invece non si muove per nulla, neanche sulle sue proposte e sembra quasi preposto a governare in modo imperiale. Penso che la legge attuale sia buona, ma si può discutere al massimo sulla formazione di due collegi”.
L’onorevole Tommaso Ginoble, parlamentare della camera nella fascia del partito democratico, si è soffermato invece su alcuni problematiche della politica attuale: “il problema principale è l’astensione al voto più che la riforma di una legge elettorale. Oggi, più di ieri, c’è necessità di reclutare persone brave e appassionate di politica, nei confronti della quale il popolo appare sempre più sfiduciato”, spiega il parlamentare ,”la democrazia, che si forma attraverso processo dinamico, oggi è minata dai grandi processi finanziari che determinano la maggior affermazione dei poteri forti. D’altra parte, stanno crollando quelle che sono le grandi ideologie e l’appartenenza ai partiti. Prima di parlare di legge elettorale, bisogna quindi combattere i mali attuali: in campagna elettorale, vige spesso la voce più forte e non quella che promuove un miglior programma”, conclude, “Oggi, lo stesso governo Renzi mostra la necessità delle veloci decisioni che spesso rischiano di perdere di valore. Nel contesto italiano attuale, dobbiamo fare anche con problemi culturali: dopo aver diffuso la nostra cultura a tutto il mondo oggi siamo in netto ritardo, credo quindi ci sia necessità di riorganizzazione la comunità e sostituire la riflessione alla tecnica”.
“Tutti i candidati oggi si aspettano molto di più di un risultato maggioritario”, introduce l’assessore regionale al lavoro Andrea Gerosolino, “eppure negli ultimi vent’anni, nessuno è stato mai eletto per più di due mandati consecutivi. Penso che attualmente i fenomeni della politica italiana, difatti sono Berlusconi, Grillo e Renzi che si evidenziano come le maggiori personalità”, conclude, “Sul collegio unico siamo isolati. Con il sistema vigente, i candidati riescono ad essere eletti con soli mille voti. Una realtà che deve cambiare a mio avviso ed allargare il collegio elettorale unificandolo, significa creare maggiore competitività, un sistema decisamente più democratico e corretto”.
In tutti gli interventi emerge chiaramente il problema principale di una grossa percentuale di astinsionisti dal voto, in parte derivante da una continua mancanza di fiducia dei cittadini nei confronti della rappresentanza politica, che tra l’altro oggi rischia di essere minata democraticamente dall’eccessivo valore attribuito alle figure leadership di partito, legate più ad un’immagine che alla politica stessa, come ha precisato sul finale l’onorevole Ginoble. A conclusione, aspettando l’evolversi “politico” del disegno di riforma, sembra in ogni caso necessario tenere a mente l’interpretazione di Gustav Zagrebesky, in Impariamo Democrazia dove viene sottolineato il concetto di partecipazione. “La democrazia è fondata sugli individui, non sulla massa[…] è discussione e ragionare insieme […]”. Raffaele Castiglione Morelli