Tagliacozzo. “Basta spettacolarizzazione, sono un amministratore e va fatta chiarezza sulla mia posizione. Ma lasciate fuori la famiglia”. E’ un fiume in piena Maurizio Di Marco Testa, primo cittadino di Tagliacozzo, negli ultimi giorni al centro di una indagine di cui ancora non si sa molto. Dopo tre acquisizioni di atti su vari settori e l’iscrizione nel registro degli indagati, senza però alcuna comunicazione al diretto interessato, il sindaco ha deciso di parlare. Con al fianco la sua giunta e l’avvocato, Roberto Verdecchia, ha lanciato un appello agli inquirenti: ascoltatemi.”È una forma di garanzia l’acquisizione delle notizie ed è compito dei giornalisti raccontare al territorio quello che sta accadendo, ma forse si sta esagerando”, ha commentato il sindaco Maurizio Di Marco Testa,”sono 35 anni che sto dalla parte dello Stato, che sono un servitore dello Stato e vedere questi fatti mi rammarica. L’arrivo dei carabinieri per una semplice acquisizione documentale è un atto dovuto ma da lì a farlo passare per blitz con la stampa già presente a documentare con foto l’arrivo delle pattuglie è diffamante. Io sto chiedendo rispetto tutto qui. Le indagini e ogni acquisizione di prova devono avvenire nella massima trasparenza senza alcun inquinamento”. Sulla vicenda che riguarda la sua attività di famiglia Di Marco Testa non transige. “Capisco che chi ha il ruolo politico sia oggetto di attenzione da parte di tutti però teniamo fuori la famiglia”, ha continuato, “scriviamo quello che è. Nel 2002 ho iniziato l’attività commerciale, verificate, fate pure su di me, sul sindaco, e sulla maggioranza ma lasciate fuori la famiglia. L’amministratore va messo sotto sorveglianza 24 ore su 24. Ma i familiari no”. Il primo cittadino ha precisato di aver rinunciato con la sua squadra: “a tutti i benefit. Non abbiamo cellulari di servizio o auto. Gli amministratori se sbagliano vanno cacciati a calci in culo se hanno fatto sperpero di soldi pubblici. Un amministratore deve amministrare con il buon senso del padre di famiglia. Tutti i giorni vado a controllare la piazzetta e offro il caffè agli operai. Voglio vedere se i lavori vengono fatti bene. La platealità della trasmissione delle notizie non la condivido”. Ci sarebbero, intanto, già alcune persone iscritte nel registro degli indagati: il sindaco, dei tecnici comunali e dei professionisti. Ma per ora ai diretti interessati non è ancora arrivata alcuna comunicazione. “Non lo so se sono indagato e mi sono messo a disposizione per farmi ascoltare dal magistrato”, ha concluso Di Marco Testa, “devo riportare serenità in questo paese perché questi fatti stanno turbando la mia comunità. Questo ciarlare continuo sta destabilizzando Tagliacozzo. Chiedo che la fase investigativa venga fatta nella più assoluta tranquillità. Bisogna acquisire gli atti, sentire le persone, ma senza interferire. Acquisire gli atti è una forma di garanzia esistono però delle regole fondamentali. Nel momento in cui vengono acquisiti i documenti e la stampa lo sa prima dei diretti interessati mi sembra strano. Giratemi come un calzino. I documenti vanno acquisiti, non dico di no. Qui le acquisizione degli atti ci sono sempre state ma questa spettacolazzazione no. Questi attacchi sono politici, me lo dice la gente. Spero che questa vicenda venga chiusa il prima possibile. Rendete pubblico quello che è accaduto e facciamola finita. Il 27 ottobre ho fatto istanza al dottor Savelli di essere ascoltato perché la gente deve sapere da chi è amministrata. Io ancora non ho iniziato la campagna elettorale, penso al bene dei miei cittadini”. A dar sostegno al sindaco sono arrivati anche Emilio Iampieri, consigliere regionale, Armando Floris e Francesco Raglione, amministratore di San Benedetto. “Non ci è stato notificato nulla sugli avvisi di garanzia”, ha sottolineato il legale Verdecchia, “ci potrebbero essere state delle segnalazioni a far scattare tutto, ma non lo sappiamo. Questi atti al comune di Avezzano vengono acquisiti ogni mese, ma senza questa spettacolarizzazione. Forse perché ci sono diverse forze dell’Ordine in campo”.
Raffaele Castiglione Morelli