“Se io fossi Babbo Natale…”
Nella notte del 25 dicembre volando sopra la città di Avezzano vedo tante case illuminate e decido di andare in qualche abitazione a portare alcuni regali. Nel mio sacco ci sono molte cose che mi affaticano, ma nel momento che Gesù nasce io sono felice. Scendo giù dal camino e lascio un po’ di giochi, pace e serenità. Riprendo il mio percorso e osservo dall’alto, la Marsica. La città di Avezzano splende di mille luci colorate: c’è la fiera in piazza e tutti i bambini, felici, aspettano me… Babbo Natale! Continuo il mio viaggio, da lontano vedo la chiesa della Cattedrale, illuminata e affollata di giovani. Osservo bene e noto una cosa strana, nessuno si parla, sembrano soli in una folla immensa. Allora rifletto e mi dico: ”Ho fatto bene a non mettere nel mio sacco ipad, telefonini e tablet, con questi strumenti i giovani non si parlano più!” Il mio sacco è pesante perché l’ho caricato di libri di storia, libri interessanti dai quali imparare e capire il passato per poter avere un mondo migliore. Un dono è anche per le persone cattive, porto la pace dentro di loro e non l’odio, le armi e la voglia di uccidere. Ieri ho sentito dire che nelle famiglie della Marsica scarseggia il cibo. Ci sono persone che giocano d’azzardo, spacciatori di droga. Voglio portare il lavoro a quelle persone che lo hanno perso, così aiuterei le famiglie che non hanno tanti soldi ma che hanno bambini da crescere. Alcuni doni sono anche per i politici. Al sindaco di Avezzano porto nuovi mezzi per costruire una città vivibile, con le strade pulite, prive di buche che causano incidenti. Oltre questo gli regalerei: armadi per mettere i suoi documenti, lavagne per scrivere le cose che deve ricordare. Mi sposto e sorvolo piazza Torlonia. Noto una locomotiva, ho voglia di salirci sopra, ma non posso farlo perché devo consegnare ancora alcuni regali. Vado oltre e vedo tanti giochi in cattivo stato e mi chiedo perché nessuno li ripara. Così penso e mi dico: “Il prossimo anno porterò nel mio sacco giochi nuovi per il parco Torlonia”. Sono stanco, mi voglio riposare. Decido di salire sulla bellissima locomotiva, carico le renne e mi metto al posto di guida. Parto veloce come un fulmine. Ora la città di Avezzano, si è addormentata. I bambini sono nei loro lettini e sognano felici un Natale sereno pieno di speranza e d’amore. Mi allontano dalla città. Finalmente i regali sono consegnati, spero di aver fatto un bel lavoro, ma l’anno prossimo dovrò ricominciare…che fatica essere Babbo Natale!