Massa d’Albe. Fregi, componenti di statue e lanterne votive. Tutto questo è stato trovato nella cisterna profonda 4 metri al centro del piazzale del tempio di Ercole, usata come discarica per le macerie delle strutture crollate forse a seguito di un terremoto distruttivo. I responsabili della Sovrintendenza per i beni archeologici dell’Abruzzo, che hanno ripreso gli scavi dopo una pausa di due anni, sono riusciti a portare fuori dalla struttura usata per la raccolta delle acque i frammenti di un passato tutto da ricostruire. I reperti, che attualmente sono in fase di catalogazione e datazione, aggiungono un tassello in più al grande puzzle di Alba Fucens che dopo decenni di scavo non è ancora riemersa completamente. Tra le macerie gettate nella cisterna per far spazio ai nuovi insediamenti sono stati trovati fregi in marmo e formelle colorate che ornavano il tempio, imponenti colonne frantumate in più parti, e poi ancora mattoni in terracotta e un piede in marmo, una mano brozea dalle dimensioni imponenti e una più piccola in marmo. Ora bisognerà attendere la fine dello studio dei tecnici della Soprintendenza per capire da dove arrivano precisamente questi reperti e come erano collocati nell’antica colonia romana.