Capistrello. Avevano preparato la rapina due settimane fa, ma avevano dovuto rinunciare perché la macchina rubata che doveva essere utilizzata per il colpo non è partita. E’ quanto emerso dalle intercettazione dei carabinieri nella vicenda che ha portato all’arresto di cinque persone con l’accusa di rapina. I cinque uomini di origini campane, arrestate dai Carabinieri lo scorso 05 luglio mentre stavano per perpetrare una rapina ai danni di un istituto di credito di Capistrello, presso la Casa Circondariale di Avezzano, sono in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, richiesto dal Pubblico Ministero titolare del procedimento penale, Maurizio Cerrato. Nel frattempo, i Carabinieri di Avezzano, in collaborazione con quelli del Reparto Operativo di questo Comando Provinciale, stanno proseguendo, su direttiva del suddetto Magistrato, in una complessa attività investigativa anche per acclarare eventuali responsabilità degli arrestati in altre analoghe rapine perpetrate sempre con “taglierini” ai danni di istituti di credito non solo della Marsica e ciò anche mediante un intenso flusso investigativo con i Comandi Arma delle altre province abruzzesi nonché delle regioni limitrofe. A riguardo, pur nel riserbo delle indagini, trapelano ulteriori particolari in ordine all’ “operazione” portata a termine il 05 luglio 2011 e che ha visto impiegati, nell’ambito di un articolato dispositivo finalizzato anche a precludere ogni via di fuga e a tutelare l’incolumità dei militari operanti, circa una quarantina di unità appartenenti, oltre alla Compagnia di Avezzano, anche a quella di Tagliacozzo, con in primo luogo proprio i militari della Stazione di Capistrello, e del Reparto Operativo di L’Aquila. La macchina utilizzata per il colpo, una Fiat Uno, due settimane prima non era partita a causa di un guasto proprio prima della rapina. Ciò aveva fatto slittare il colpo. Gli autori della rapina, al fine di evitare l’identificazione, laddove l’evento criminoso fosse stato portato a compimento, oltre ad un travisamento con “cappellini” e “scaldacollo” avevano cosparso i polpastrelli delle dita con colla tipo “attack” e ciò proprio per impedire l’esaltazione di eventuali impronte digitali anche tenendo conto che quattro dei cinque avendo pregiudizi penali erano stati, già a suo tempo, foto segnalati. È da dire che uno dei cinque arrestati ha a suo carico un pregiudizio penale per “associazione di tipo mafiosa”. Sempre, probabilmente per evitare segni particolari identificativi, nell’autovettura “pulita” che era stata parcata a qualche centinaio di metri con a bordo uno della “banda”, sono stati rinvenuti due orologi di particolare “fattura”. Il rapinatore che era riuscito a penetrare già nell’istituto di credito, sempre a mo’ di travisamento, aveva una tuta da meccanico sotto alla quale indossava altri indumenti. A poche decine di metri dalla banca “presa di mira”, poi, è stata recuperata un’altra autovettura Fiat Uno che era stata rubata sempre in Avezzano circa una decina di giorni fa: ciò a dimostrare sia la preparazione nel tempo dell’atto criminoso e sia del fatto che i “rapinatori” hanno imperversato pregressamente nella Marsica.