Avezzano. In scena al Castello Orsini la rappresentazione teatrale “Michelina Di Cesare, brigantessa per amore”, ad opera della compagnia “I briganti di Cartore”. Lo spettacolo, che si terrà domenica 25 ottobre, alle 17 è il primo di una serie di eventi commemorativi del 175° anniversario della nascita della brigantessa di Caspoli (Ce) (1841-1868).
La scelta di Avezzano, come prima tappa, non è casuale, ma costituisce un omaggio allo storico saggista Fulvio D’Amore (di Avezzano), autore di innumerevoli testi sul brigantaggio e che ha immortalato la famosa ribelle nel suo ultimo libro “Michelina Di Cesare, guerrigliera per amore” – Controcorrente Edizioni.
Michelina, il simbolo della ribellione al femminile del Meridione.
Di gran lunga la brigantessa più celebre, per l’abilità, per il coraggio, per l’aspetto fisico, per l’eleganza e per la storia romantica ed avvincente.
Per sei anni, inserita in una banda che arrivò a contare fino a 80 persone, fu impegnata in un’intensa e feroce guerriglia contro i piemontesi, dando scacco e sconfitte alle truppe sabaude.
Le sue foto, in bianco e nero o acquerellate a mano da diversi artisti, hanno girato il mondo, riportate da innumerevoli, libri, riviste, locandine e quant’altro.
Nelle bande dei briganti quasi sempre si riscontra la presenza di molte donne che, coraggiosamente e a prezzo di sacrifici inumani, partecipano alla rivolta insieme ai propri uomini.
Alcune fungevano da “manutengole” o fiancheggiatrici, cioè si limitavano ad accudire i mariti, a rifornirli di cibo, di armi e munizioni, e a trasmettere informazioni.
Altre, le brigantesse, entravano direttamente in battaglia, con lo stesso coraggio e determinazione degli uomini. Tra queste spicca senza ombra di dubbio la ribelle di Caspoli: la guerrigliera Michelina Di Cesare.
Michelina nacque il 28 ottobre 1841 nella piccola frazione di Caspoli, a tre chilometri e mezzo dal comune di Mignano Montelungo, incluso, all’epoca, nel distretto di Sora, provincia di Terra di Lavoro (oggi provincia di Caserta).
La famiglia d’origine, come quasi tutte quelle del suo paese, apparteneva al ceto rurale e lei si adoperò, sin dall’adolescenza, per aiutare fratello e genitori, svolgendo il ruolo di guardiana di capre e vagando per la campagna e i boschi di Caspoli.
Nel 1861 Michelina, si unì in matrimonio con Rocco Zenga.
Ma Rocco muore nel 1862, per cause ignote e, nello stesso anno, Michelina conosce Francesco Guerra, ex soldato borbonico e renitente alla leva del nuovo Stato.
Ben presto si lega sentimentalmente a lui e ne diviene la compagna.
Per seguirlo sui monti ma anche per non cadere nelle mani della giustizia come manutengola e finire al domicilio coatto in qualche isola sperduta del meridione, nell’estate del 1862 abbandonò furtivamente il suo paese d’origine.
La sua fuga e quella di altri individui della zona, venne immediatamente registrata dall’ufficio di prefettura dove un funzionario, accanto al suo nome, aggiunse la nota: “datasi al brigantaggio”.
Come tutte le altre donne di briganti Michelina venne definita con l’antica locuzione di “druda”, termine che stava ad indicare l’amante disonesta, la concubina, la meretrice.
I prefetti lo avevano opportunamente utilizzato per infangare e disonorare delle vere e proprie eroine del Sud che avevano scelto il disagio e la sofferenza di una vita di stenti, tra i monti, per amore, per parentela, oppure per sfuggire a una misera condizione sociale o a una drammatica situazione personale.
Dal 1862 Michelina diventa dunque brigantessa combattente e si fa protagonista, insieme ai briganti Fuoco, Guerra, Ciccone, Pace e altri ribelli, di una spietata lotta campale.
Chi volesse conoscere in maniera più approfondita le avventure della guerrigliera e della sua banda, potrà farlo assistendo allo spettacolo teatrale de’ “I Briganti di Cartore”, di Borgorose (Ri).
La regia è di Giuseppe Ranucci, musiche e Canti di Max Stefanelli. Sedici gli interpreti, provenienti da varie provincie del Lazio: Maicol Alfonsi, Angelo Calisse, Marco Capogna, Alessandra Comberiati, Piergiuseppe Domenici, Roberta Intotaro, Ornella Massaroni, Oliwia Micheli, Giuseppe Ranucci, Cesare Romagnoli, Raimondo Rotondi, Maria Lucia Scaccia, Maria Spacca, Max Stefanelli, Assunta Tacchio, Alfredo Tortora.