Avezzano. L’azienda unica per il trasporto pubblico abruzzese sembra esser nata proprio sotto una cattiva stella. Dopo le polemiche che hanno preceduto la sua creazione, ciò che ne è seguito è stato decisamente peggio con un esordio all’insegna del caos segnato da disservizi e disagi per i pendolari marsicani. L’ultima odissea, che risale a ieri pomeriggio, ha visto protagonisti gli sfortunati pendolari della tratta L’Aquila – Avezzano. La corsa bis delle 14.15, è giunta alla fermata dell’Amiternum, con un bus a due piani a causa dei numerosi passeggeri rimasti in strada dopo il passaggio della prima corsa. Tuttavia a causa di un guasto meccanico i pendolari, dapprima fatti salire sul mezzo sono stati fatti scendere in tutta fretta. Ci sono voluti altri due mezzi per trasportare tutti i passeggeri. L’ultimo autobus è partito dall’Aquila solo alle 14.45, ma i disagi non sembrano finire qui. Dopo aver imboccato l’autostrada l’autista è costretto ad accostare sulla corsia di emergenza per aver notato delle anomalie nell’andatura del mezzo. L’autobus, in panne, è potuto ripartire alla volta di Avezzano solo dopo 40 minuti grazie all’intervento di una squadra di tecnici che hanno ripristinato il guasto. Gli sfortunati pendolari sono giunti alla stazione Kennedy di Avezzano alle 16.05 impiegando così quasi due ore per tornare dall’Aquila ad Avezzano. E pensare che la maggior parte di quei passeggeri, lavoratori e studenti, sono costretti a percorrere quotidianamente la sfortunata tratta. In molti, infuriati, hanno protestato denunciando quanto accaduto agli uffici competenti, lamentele anche contro l’autista reo di aver solo guidato un’autobus rotto o di essere dipendente di un’azienda che non riesce più a garantire una certa qualità del servizio offerto. Un viaggio epico per studenti e lavoratori per i quali recarsi a scuola o sul posto di lavoro, piuttosto che tornare a casa, è divenuta oramai una vera e propria scommessa. La nuova azienda del trasporto pubblico abruzzese, che di nuovo forse ha solo il nome, sembra infatti portarsi dietro tutti i vecchi problemi dell’ormai ex Arpa. Federica Di Marzio