Avezzano. Torna il libertà Domenico Covone, l’imprenditore agricolo di 55 anni arrestato a metà febbraio dalla Guardia di Finanza di Avezzano, in flagranza di reato, con l’accusa di usura. Era agli arresti domiciliari con la possibilità di recarsi sul luogo di lavoro e ora il “re delle patate”, a cui le fiamme gialle avevano sequestrato oltre due milioni di euro, ha ottenuto il dissequestro di quasi il 60 per cento dell’ammontare. Secondo gli inquirenti, infatti, tale parte di somma non sarebbe legata ad alcuna attività di usura. La polizia tributaria sta cercando di accertare se ci sono corrispondenze a livello fiscale delle società beneficiarie e a che titolo sono stati fatti gli assegni sequestrati. Covone era finito nella rete della guardia di Finanza dopo una serie di indagini avviate nel mese di dicembre dopo una denuncia presentata da un altro imprenditore della zona. L’uomo, secondo la Finanza, ormai giunto al punto di non poter più far fronte alle presunte richieste mensili avanzate dall’arrestato, si sarebbe rivolto alle Fiamme Gialle. I finanzieri avrebbero scoperto che Covone, amministratore di alcune società operanti nel settore agricolo, effettuava prestiti a tassi usurai in favore della sua vittima che a lui si era rivolta per tentare di superare le gravi difficoltà economiche legate alla conduzione delle proprie attività imprenditoriali. I finanzieri hanno così fotocopiato delle banconote e poi atteso l’incontro tra vittima e il presunto usuraio, avvenuta presso la sede dell’azienda. Al momento della consegna del denaro sono intervenuti arrestando Covone in flagranza di reato.