Tagliacozzo. “La magistratura debordò e si attribuì un ruolo, l’informazione debordò e se ne attribuì un altro,
e l’opinione pubblica debordò di conseguenza, ma si raccontò che aveva soltanto un ruolo da vittima”. Così il
giornalista d’inchiesta Filippo Facci nel suo ultimo libro, La Guerra dei Trent’Anni, – 1992-2022.
Le inchieste la rivoluzione mancata e il passato che non passa. Domani pomeriggio, giovedì 4 agosto, la penna critica che ha già scritto per Repubblica e il Giornale, sarà presente al Cortile d’Arme di Palazzo Ducale per un racconto diverso su un episodio politico che ha cambiato le sorti del nostro Paese.
A distanza di tre decenni fatichiamo ancora a inquadrare Mani pulite e in che misura abbia creato l’incerto presente
politico che viviamo. Se è vero che, come scrive Filippo Facci, “non aveva mai attecchito un vero senso dello Stato, e
tantomeno una disposizione a scandalizzarsi per condotte poco etiche”, da che cosa ebbe origine il clamore intorno a
un’indagine che, in apparenza partita da un comune caso di corruzione, ha cambiato per sempre l’immaginario della
nazione? All’epoca giovane cronista, l’autore ha seguito le tracce e le crepe prodotte da quel terremoto, scavando nelle versioni improbabili – la favola del magistrato onesto che smaschera i corrotti, l’epurazione delle mele marce – e in altre non meno improbabili e complottiste legate a scenari internazionali. Da quel lavoro emergono oggi risvolti
inaspettati che si ricollegano a eventi e fenomeni vicini e lontani, tra cui il maxiprocesso di Palermo, che avrebbe
dovuto essere salutato come la vera svolta e invece venne attaccato da più parti, e il bombardamento mediatico, con
giornali e talk show impegnati a tenere vivo il clima emergenziale, spianando la strada all’antipolitica. Tra protagonisti e comprimari, reazioni a caldo e insospettabili derive, rimuovendo ogni patina di ipocrisia, Facci restituisce un impietoso ritratto del paese che siamo stati e che forse siamo ancora, spingendo a domandarci: è giunto il momento di ammettere, con il procuratore capo Borrelli, che “non valeva la pena buttare all’aria il mondo precedente per cascare in quello attuale”?
Filippo Facci giornalista e scrittore, inizia la sua attività professionale da giovanissimo, collaborando con l’Unità e La Repubblica, per poi approdare all’Avanti!. A lungo editorialista del Giornale, scrive anche per Il Foglio e, dal 1999 al 2009, lavora a Mediaset. Ora è inviato speciale per Libero. È autore di numerosi libri, tra cui Di Pietro. La storia vera (2009) e Misteri per orchestra (2011). Per Marsilio ha pubblicato 30 aprile 1993. Bettino Craxi. L’ultimo giorno di una Repubblica e la fine della politica (2021, edizione tascabile UE 2022).
A dialogare nella presentazione con l’autore, ci sarà il giornalista Raffaele Castiglione Morelli.