Avezzano. Critiche del Cospa, l’associazione di categoria per la difesa di agricoltori e allevatori, per il via libera del governo Monti al Corridoio verde con il Marocco, provvedimento che penalizzerebbe principalmente il Fucino, territorio che mette al primo posto della sua economia proprio i prodotti agricoli. È stato infatti siglato il rinnovo dell’accordo fatto a suo tempo dall’ex Ministro dell’agricoltura Gianni Alemanno, l’attuale Sindaco di Roma. “Questo intreccio tra politica internazionale, banche e multinazionali”, spiega Dino Rossi, responsabile del Cospa Abruzzo, “prevede l’importazione di prodotti non solo dal Marocco, ma tutto il Nord Africa dove i regolamenti europei nel rispetto dei fitofarmaci sono “un miraggio”. A questo punto sorge spontanea una domanda: come mai noi in Europa ci dobbiamo attenere alle regole quando poi arrivano sui tavoli dei consumatori prodotti trattati con pesticidi a noi vietati?” L’accordo del Parlamento europeo in sede (con 369 si, contro i 225 no, e 31 astenuti), prevede il contrario di quanto gli agricoltori hanno richiesto al Governo e alle Regioni, in materia di corridoi verdi. “Tutto ciò”, afferma Rossi, “va a scapito di una leale concorrenza, a queste condizioni, con queste Leggi non potremmo mai più essere competitivi, ciò si tradurrà nella chiusura definitiva della aziende agricole. Sarà un disegno di qualcuno? Oppure sotto ci sono compromessi economici? Si parla di filiera agroalimentare poi invece si fanno accordi per importazioni selvagge. Questi buon temponi del Governo tecnico hanno ridotto le tariffe doganali per l’importazione del Marocco dal 55% al 33% sui prodotti importati. Niente da dire, sono dei veri geni!! A questo punto, ci farebbe piacere”, continua Rossi, “che la Finanza, ossia le Fiamme Gialle, togliessero gli occhi dai scontrini fiscali per puntarli su problemi molto più grandi, dove i tornaconti per i nostri politicanti sono assai più grandi degli scontrini fiscali. Vediamo sempre scattare i blitz per i pomodori cinesi venduti in Italia, per le scarpe o altri prodotti che al momento non vengono in mente: dov’è la differenza tra un pomodoro cinese e uno marocchino o tra una scarpa fatta dai cinesi o fatta in Cina? Si perché per chi ancora non lo sapesse le multinazionali si sono spostate nei paesi dove la manodopera non costa nulla, non ci sono le normative europee, però poi i prodotti li vendono in Europa, quindi anche in Italia È proprio vero: si vede la pagliuzza nell’occhio del vicino, ma non si vede la trave davanti al proprio! Basta ormai la cosa è chiara, quando si vanno ad intaccare le multinazionali allora scattano i blitz della Guardia i Finanza verso i poveri cinesi? Si Spera chela Procura della Repubblica, almeno una volta si attivi per la tutela degli agricoltori e dei consumatori e non solo per Ruby o per Schettino, continuando di questo passo l’Italia affonda da sola non servono manovre azzardate”.