Avezzano. “L’Arssa non può chiudere”. E’ l’intervento perentorio del consigliere regionale Gino Milano che prende posizione dopo aver letto la delibera di Giunta regionale ed il testo di legge presentato dall’Assessore all’Agricoltura. “Ancora una volta”, afferma Milano, “emerge la contraddizione tra le considerazioni poste in premessa – doverose per tutti gli amministratori pubblici – e le scelte consequenziali: ci si impone di razionalizzare risorse, rideterminare competenze, valorizzare esperienze e specificità territoriali; benissimo! Quali soluzioni, dunque, si adottano? Chiusure e soppressioni! E’ lo stesso metodo usato per altri settori (come, ad es. la Sanità) ed altri soggetti (come Abruzzo Engineering). Le parole d’ordine per questa Regione sono soppressione e chiusura. E, ancora una volta, si pianifica l’agonia dei territori di montagna, le aree dell’Abruzzo interno già impoverito da mancanza di prospettive e di progettualità produttiva. Non si può tout court – con un atto immotivato, privo di dati statistici, comparativi e strutturali, e senza alcuna concertazione con le Istituzioni locali, il Sindacato e le Associazioni di categoria interessate – decretare, dopo 60 anni di storia nella Marsica, la fine dell’Arssa, proprio quando essa potrebbe forse ri-diventare il soggetto che promuove e rende attuabile, su tutta la Regione, il Piano di Sviluppo Rurale. Così, come credo, non si possono annullare tutte quelle peculiarità che sono in capo All’Agenzia Turistica. Non esistono, in alternativa, piani progettuali su due settori di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’Abruzzo: l’Agricoltura e il Turismo. Viene il sospetto – legittimamente fondato sulla mancanza di ogni motivazione – che vi siano ben altre finalità da parte degli Assessori interessati, non per riformare i servizi resi dalle Agenzie (certamente da rivisitare, ottimizzare e ripotenziare, se del caso) ma per gestire “direttamente” le risorse e i fondi europei. Il passato può aver fatto la sua storia, ma può essere ripianificato con dati, studi, competenze e progetti attuali; non può essere cancellato con affermazioni apodittiche formulate con un disegno di legge che si vorrebbe approvare, in tutta fretta, entro questo mese. Vedremo ogni cosa in Commissione ed in Consiglio: senza preconcetti, ma anche senza alcun avallo populista. Sul vecchio “Ente Fucino” si sono sempre fatte infinite battute. Ma non si può negare il legame sempre esistito tra quell’Ente, poi Agenzia regionale, e la Marsica tutta. Anche i Sindaci del Fucino e della Marsica potrebbero dire parole eloquenti e cercare alternative condivise”.