Sono migliaia i fatti storici, gli studi e le leggende riguardanti il nostro ex lago; di seguito ho raccolto una decina di curiosità sul Fucino tra le più interessanti e meno note:
- Grazie alla singolare forma della conca Fucense, più di qualche storico nell’antichità aveva immaginato che il Fucino fosse il cratere di un vulcano ormai spento.
- Per estensione il nostro lago era il terzo d’Italia, ma era uno dei più grandi d’Europa se lo mettiamo a confronto con gli altri laghi di origine carsica. Strabone lo descriveva come “un mare trasportato tra i monti”.
- Il Fucino era così vasto e la sua conformazione così particolare, che divenne necessaria l’edificazione di numerosi fari lungo tutto il suo perimetro. Queste costruzioni aiutavano i pescatori ad orientarsi durante le buie notti di pesca. Uno di questi è visibile ancora oggi tra Luco e Trasacco.
- L’emissario sotterraneo del Fucino realizzato dai Romani, con i suoi 5.650 metri di lunghezza, è stato il tunnel sotterraneo più lungo del mondo fino al 1871, anno in cui venne inaugurato il traforo del Frejus
- Oltre all’emissario principale, il Principe Torlonia in seguito scavò un secondo tunnel, che ancora oggi alimenta la centrale idroelettrica di Canistro
- Le barche usate per la pesca erano pochissime: agli inizi dell’800 erano appena 318, a fronte di una popolazione che viveva intorno al lago di 17.900 abitanti.
- Il pesce del Fucino era molto apprezzato in tutto il centro-Italia ma soprattutto nello stato del Vaticano, dove arrivava fresco grazie alle tinozze nelle quali il pesce veniva trasportato con l’acqua del lago.
- Plinio racconta che tra le acque del Fucino vi fosse uno strano e sconosciuto pesce che possedeva otto pinne.
- Più di un anziano ha sentito raccontare dai propri nonni la storia secondo cui, qualche anno dopo il definitivo prosciugamento del lago, la terra fosse così ferace che crescessero spighe di grano alte più di tre metri.
- Il Fucino è stato suddiviso in 46 strade e, in molti casi, la somma delle strade contrapposte dà sempre 50. @francescoproia