Avezzano. Grande successo per il convegno organizzato dalla casa di cura privata “Di Lorenzo”sulla terapia del dolore tenutosi ieri all’Hotel dei Marsi.
Lo scopo del convegno era aprire gli occhi a pazienti e medici sulla possibilità reale di battere il dolore. E’ strano immaginare il dolore come una malattia, eppure nel caso di dolore cronico, può essere considerato tale. Spesso, infatti, la causa del dolore viene curata attraverso metodi chirurgici, eppure il dolore persiste. E’ il caso per esempio del mal di schiena, mal di testa ma anche dei più tremendi dolori oncologici. Il nostro corpo di fatto si comporta come se avesse una sorta di memoria storica del dolore a cui non riesce a reagire. L’esempio più lampante è la sindrome dell’arto fantasma: si continua a sentire dolore alla mano o alla gamba anche se ormai queste non ci sono più. E se si pensa che questo sia un fenomeno marginale non si è afferrata la portata del problema. Nel nostro paese ne soffrono 12 milioni di italiani, circa il 20% della popolazione attiva, con inevitabili conseguenze per la qualità della vita e del lavoro, e con enormi costi sociali e sanitari. Ogni anno si perdono più di un miliardo di ore di lavoro a causa del dolore cronico e spendiamo quasi due miliardi per farmaci e servizi sanitari, a volte inadeguate.
Ieri tutto ciò è stato brillantemente spiegato nel convegno dai maggiori esperti italiani: Petroni, Sconci, Baldascino, Lalli, Maggio, D’Andrea, Di Pasquale, Fusco, Desideri, Liberati, Zaurrini e anche l’illustre dottor Raffaeli. Con l’aiuto della “Fondazione ISAL” è stata spiegata l’algologia, la terapia del dolore, partendo dalla relazione tra dolore e psiche, illustrando nel dettaglio la semeiotica del dolore e le reali possibilità di curare il dolore attraverso la farmacologia degli oppiacei, realtà sdoganata da ormai cinque anni anche nel nostro paese ma ancora ampiamente sottovalutata.
Le case di cura private “Di Lorenzo” e “Nova Salus” sono già all’avanguardia nella gestione del dolore, ma si sta lavorando, assieme alla Fondazione ISAL, per creare a breve anche nella Marsica un “Centro di servizi contro il dolore”, come quelli già presenti in molte delle città più importanti d’Italia.