Avezzano. Otto persone, tra cui i vecchi vertici del Cam, sono stati rinviati a giudizio per turbativa e altri reati a vario titolo. Il periodo in questione è quello compreso tra il 2003 e il 2006. La truffa ipotizzata dalla Procura di Avezzano ammonta a un milione 685mila euro ai danni del Consorzio acquedottistico marsicano (Cam) e di conseguenza a danno dei soci, i comuni marsicani. Davanti al collegio del tribunale di Avezzano finiranno il 15 ottobre oltre all’ex presidente del Cam, Francesco Magnante e all’ex direttore generale Giacomo Morgante, anche Elino Melatti, Paolo Francesco Bianchi, Corrado Rossi, Giuseppe Gagliardi, Enrico De Tiberis ed Ernesto Croce. L’ex presidente Magnante è accusato oltre che di turbativa d’asta anche di truffa aggravata, mentre Morgante anche di truffa aggravata e corruzione. Dall’indagine è emerso, secondo la procura e il sostituto Roberto Savelli, titolare dell’inchiesta, un danno patrimoniale a carico dell’ente pubblico e dei comuni, e l’irregolare aggiudicazione dell’affidamento della rilevazione delle utenze sconosciute. Sarebbero state turbate le gare di appalto bandite dal Cam per gli acquisti dei contatori e dei pozzetti relativi agli anni 2003, 2004 e 2005, nonché la gara d’appalto bandita il 13 ottobre 2006 per l’accertamento delle cosiddette “utenze sommerse”. Secondo quanto appurato nel corso delle indagini dal pubblico ministero, il 31 ottobre 2006 Giacomo Morgante ed Elino Melatti avrebbero ricevuto da Bianchi la somma di 5mila euro “come parziale corrispettivo per aver compiuto atti contrari ai loro doveri di ufficio/servizio”, come recita l’avviso di conclusione delle indagini. Il collegio difensivo è composto da Pasquale Milo, Emiliano De Amicis, Virginia Buonavolontà, Paolo Di Cesare e Antonio Milo, mentre la parte civile dagli avvocati Anselmo Del Fiacco ed Emilio Amiconi. Altri componenti dell’ex Cda del Consorzio acquedottistico e un componente del collegio sindacale sono stati assolti inun procedimento stralciato davanti al giudice del tribunale di Avezzano, Maria Proia, nel corso del giudizio abbreviato, per una sentenza di non luogo a procedere per decorsa prescrizione. Erano difesi dagli avvocati Carla Vicini e Roberto Verdecchia.